Presidente Mattarella: “Aiutare le famiglie che convivono con disabilità”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella legge il comunicato dal suo ufficio in Quirinale.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella legge il comunicato dal suo ufficio in Quirinale. (Ufficio Stampa e della Comunicazione del Quirinale)

ROMA. – I bisogni delle famiglie motore delle scelte politiche. Le famiglie con disabili, quelle con problemi economici, di lavoro, ma anche chi una famiglia ha intenzione di costruirsela e vuole avere dei figli. Nella Giornata internazionale della Disabilità il presidente Sergio Mattarella ha richiamato le istituzioni a “sostenere i nuclei familiari che convivono con la disabilità gravati spesso da problemi economici”, perché la vera sfida della ripartenza è quella “di costruire una società inclusiva” e di “non lasciare nessuno solo nell’affrontare il problema della tutela della dignità umana che è responsabilità di tutti”.

E il presidente del Consiglio Mario Draghi, alla quarta conferenza nazionale sulla famiglia, ha sottolineato che proprio “dalle politiche per la famiglia dipende, letteralmente, il nostro futuro”. Per questo il Governo si è impegnato “per rafforzarle e continuerà a farlo”. La famiglia come “bene collettivo essenziale” che lo Stato deve tutelare usando “le politiche pubbliche per rimuovere gli ostacoli” per chi vuole formarne una e “mettere le coppie in condizione di avere figli, se lo desiderano”.

Il premier ha ricordato le scelte fatte in questa direzione dal suo esecutivo, prima tra tutte quella dell’assegno unico che “finalmente da gennaio si potrà chiedere”, definendolo un provvedimento “giusto ed equo”. Ha poi citato i quasi 6 miliardi del Pnrr dedicati ai servizi per i bambini e per i genitori che lavorano, con i 264mila nuovi posti nei nidi e nelle scuole dell’infanzia pari ad un aumento di oltre il 70%.

A sostenere che le famiglie sono “la vera rete di connessione del nostro Paese” la ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia Elena Bonetti, secondo la quale le politiche da adottare “devono superare quella visione di solitudine” sperimentata durante l’epidemia perché è proprio “la solitudine il vero ostacolo allo sviluppo del Paese”.

Di futuro ha parlato anche il ministro alle Disabilità Erika Stefani partecipando alle iniziative che si sono svolte al Senato e alla Camera per la Giornata della Disabilità promossa dall’Onu. “Abbiamo trascorso due anni difficili che – ha detto – ci consentono oggi di fare un bilancio per gettare le fondamenta di quello che sarà l’impianto del futuro”. E il futuro prossimo nel settore della disabilità è la legge delega: “dovrà necessariamente essere approvata e pubblicata in Gazzetta entro il 31 dicembre di quest’anno perché è il termine imposto dal Pnrr”.

“Abbiamo ritenuto opportuno inserire tale riforma nel pacchetto del Pnrr poiché – ha puntualizzato – riformare e riorganizzare la normativa in materia di disabilità non può non essere, a nostro modo di vedere, tra i pilastri di un Piano che ha l’obiettivo di far ripartire il Paese”.

Il primo appuntamento sarà quello del 13 dicembre, giorno in cui si svolgerà la Conferenza Nazionale sulle Disabilità momento di confronto e di sintesi, perché, secondo Stefani, “l’unica maniera di affrontare il tema delle disabilità è di lavorare sempre in rete”, per creare “una grande comunità dove dovranno dialogare tutti i protagonisti”: le regioni, i comuni, la parta statale, il terzo settore, le persone con disabilità, le loro famiglie, le associazioni.

A giudizio del ministro alle Disabilità “solo così si riusciranno a dare delle risposte. C’è tanto da fare, abbiamo appena cominciato”. Un passo positivo è stato annunciato oggi dal presidente della Camera Roberto Fico: dal 15 dicembre partirà per sei mesi in via sperimentale il servizio di sottotitolazione automatica delle sedute dell’assemblea e di parte di quelle di commissione e in occasione di sedute particolari sarà possibile affiancare quello della lingua dei segni.

Seppure per l’ennesima volta Fiadda (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi) ha lamentato che il servizio pubblico televisivo non sottotitola i discorsi di Mattarella e Draghi “come avviene invece per Macron”.

(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)