Italia chiede tutela consumatori, Ue divisa su energia

Contatori dell'elettricità e del gas.
Contatori dell'elettricità e del gas.

BRUXELLES.  – Nessuna soluzione Ue nel breve termine per il rincaro delle bollette dell’energia, ma solo dei primi passi per una riforma del mercato dell’elettricità, o almeno di una parte di esso. Italia, Francia, Spagna, Grecia e Romania hanno presentato ai ministri Ue dell’energia riuniti a Bruxelles un documento con misure per tutelare i consumatori dai rincari sul mercato all’ingrosso.

Una risposta al paper con cui nove paesi Ue (Austria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi) ieri avevano indicato che lo status quo è più che sufficiente ad assicurare una transizione energetica equa. La riunione dell’Europa Building avvicina le parti ma non in maniera risolutiva. Anche perché lo schema a due si complica con le posizioni di Paesi come la Polonia, focalizzati sulle mai dimostrate irregolarità di Gazprom sulle forniture e sul ruolo del mercato Ue della Co2.

La Commissione, al momento, non intende andare oltre quanto già proposto con il toolbox di ottobre. Il sistema funziona, sono le conclusioni dell’Acer (Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia) che oggi ha presentato ai ministri i primi risultati di un’analisi sul mercato Ue. L’ Esecutivo Ue apre, però, agli stoccaggi comuni del gas ma la misura da sempre indicata dall’Italia come parte di una necessaria risposta comune dell’Ue alle montagne russe dei prezzi, sarà presentata nel prossimo pacchetto gas del 14 dicembre.

Nell’immediato, insomma, non servirà. Dovrà passare l’inverno, con i prezzi del gas – che trainano tutti gli altri – che “scenderanno in primavera ma resteranno elevati in termini storici”, ha puntualizzato la Commissaria all’Energia Kadri Simson.

Italia, Francia e gli altri Paesi membri hanno di fatto smussato la richiesta di misure Ue immediate per rilanciare su una riforma organica nei prossimi mesi, “più interessati a rivedere globalmente il meccanismo di tutela del cittadino”, ha sintetizzato il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani. I conti si faranno in aprile. Perché se per adesso gli Stati intervengono con misure ogni due o tre mesi per mitigare l’impatto dei picchi di prezzo, “non si può mitigare ogni trimestre per due-tre anni quindi se dovesse uscir fuori che il gas è strutturalmente più costoso, dovremo lavorare su altri concetti”, ha sottolineato Cingolani.

Un principio che il ministro ha mutuato anche in chiave interna. Per ora il governo sta intervenendo sulla contingenza ma – ha anticipato – se dopo il primo trimestre l’aumento dei prezzi dovesse essere strutturale l’esecutivo lavorarà anche per il rivedere “il calcolo della bolletta”. Il boom dei prezzi non costa solo ai consumatori ma anche allo Stato. “Servono tanti miliardi, sterilizzare tutto è impossibile, bisogna andare sulle fasce più deboli”, ha avvertito il titolare del Mise, Giancarlo Giorgetti.

In attesa del summit dei leader del 16 dicembre “la discussione” tra i ministri “è stata sana. I prossimi mesi saranno fondamentali, il problema va risolto strutturalmente”, ha osservato Cingolani. “Dobbiamo concentrarci su come proteggere consumatori e aziende dalla volatilità dei prezzi, che rimarrà una caratteristica in futuro”, ha detto Simson rivolgendosi ai ministri.

E nel suo intervento Cingolani ha anche chiesto “un grande atto di coraggio come è servito per il Covid” per “fare uno sforzo enorme anche in ricerca e sviluppo” sulle nuove tecnologie, dal “nuovo nucleare”, piccoli reattori e fusione, alle “batterie oltre il litio”, da “metodologie nuove” per la cattura della CO2 fino a una chimica circolare.  “Ciò che si teme – ha scandito il fisico italiano – va studiato, non va escluso”.

(di Angelo Di Mambro/ANSA).

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