“I medici curano, non possono rifiutare il vaccino”

Personale sanitario prepara una fiala di vaccino anti-Covid nell'hub Casa della Salute, nell'ospedale S.Benigno in Genova,
Personale sanitario prepara una fiala di vaccino anti-Covid nell'hub Casa della Salute, nell'ospedale S.Benigno in Genova, 12 Aprile 2021. ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA. – I medici devono curare i malati e non possono aggravare per i loro pazienti il rischio del contagio da Covid 19, non vaccinandosi loro stessi in nome di dubbi “non dimostrati” e che ignorano “l’imponente quantità di studi scientifici” che evidenziano “la netta prevalenza del beneficio vaccinale” per i singoli e per “la riduzione progressiva della pandemia, ancora gravemente in atto”.

Il Consiglio di Stato sbatte la porta in faccia ai medici no vax, respingendo il ricorso di uno di loro contro la sospensione dal lavoro subita come conseguenza del suo rifiuto di ricevere la somministrazione, e confermando così la pronuncia in primo grado del Tar dell’Abruzzo. E ancora una volta ribadisce che prima di tutto va salvaguardata l’ “esigenza essenziale di protezione della salute collettiva”.

Il diritto alla salute della collettività è “fondamentale”, si legge nel decreto del Presidente della Terza Sezione di Palazzo Spada Franco Frattini, e prevale sui dubbi sui vaccini dei singoli o di gruppi di cittadini che sono basati su “ragioni mai scientificamente provate”.

Un discorso che vale a maggior ragione quando a rifiutare la vaccinazione sia il personale sanitario, che “per legge e ancor prima per il cosiddetto ‘giuramento di Ippocrate’ è tenuto in ogni modo ad adoperarsi per curare i malati, e giammai per creare o aggravare il pericolo di contagio” dei suoi pazienti.

Del resto la vaccinazione di massa e anzitutto di chi, come i medici, è in contatto con le persone più vulnerabili, è “una delle misure indispensabili -sottolinea Palazzo Spada- per ridurre, anche nei giorni correnti, la nuovamente emergente moltiplicazione dei contagi, dei ricoveri, delle vittime e di potenzialmente assai pericolose nuove varianti”.

Inutile per il medico no vax invocare la lesione dei suoi diritti: “sarebbe incomparabilmente più grave” il danno per “la collettività dei pazienti e per la salute generale, rispetto a quello lamentato dall’operatore sanitario sulla base di dubbi scientifici certo non dimostrati a fronte delle amplissimamente superiori prove, degli effetti positivi delle vaccinazioni sul contrasto alla pandemia e alla sue devastanti conseguenze”.

(di Sandra Fischetti/ANSA)

Lascia un commento