Draghi al Quirinale o a Palazzo Chigi? I partiti divisi

La torretta del Quirinale illuminata con i colori della bandiera italiana. Tricolore
La torretta del Quirinale illuminata con i colori della bandiera italiana.

ROMA. – Si profila un doppio rebus sull’orizzonte del prossimo presidente della Repubblica. E per scioglierlo sarebbe anche importante capire l’orientamento di Mario Draghi – si ragiona in ambienti parlamentari – tra restare a Palazzo Chigi o salire al Colle come successore di Sergio Mattarella. Un dilemma che acuisce le divisioni fra i partiti, a 60 giorni da quel voto.

Anche gli italiani si dividono sulla doppia opzione per Draghi, come registrano alcuni sondaggi. Che lo vedono in pole position sia come premier fino al 2023 sia come presidente della Repubblica. Va oltre il rilevamento realizzato pochi giorni fa dalla società Izi, che in più fotografa il 59,8% dei cittadini favorevole a una repubblica presidenziale con il capo dello Stato eletto direttamente dal popolo.

Restano le divergenze di vedute dei partiti. E ciò nonostante l’appello lanciato ieri da Enrico Letta per “un’elezione a larga maggioranza”, altrimenti “cadrebbe il governo immediatamente”. Una linea condivisa dal Movimento 5 stelle. Un confronto a 360 gradi sull’argomento l’aveva già chiesto Giuseppe Conte. Lo riprende ed enfatizza oggi Luigi Di Maio: “Se guardiamo ai numeri, non c’è alternativa a un dialogo ampio”, ammette l’ex leader dei 5 Stelle che richiama “la proposta di Conte di dialogare anche con il centrodestra” e la battezza come “sacrosanta”.

Ma per Dem e 5 Stelle un patto ampio non significa accettare una candidatura di bandiera, specie dal centrodestra. Un altro modo per dire no alla corsa di Silvio Berlusconi al Colle. Un no su cui si schiera apertamente il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: “Il Pd non voterà Berlusconi. Punto”, dice a Radio Capital. E sulle alternative svicola un po’: “Fare azzardi è complicato, quando entreremo nel vivo cominceremo a capire”, mentre apre a una donna (“Sarebbe molto auspicabile”).

Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro invece, rilancia Berlusconi come “una persona votabilissima” perché ha “un ottimo standing internazionale e ha relazioni in tutto il mondo”. Ma aggiunge che il Cav sarebbe l’alternativa giusta se Draghi non fosse disponibile. Non entra nella partita Matteo Salvini: “Mi interessa che ci sia una persona che garantisca l’unità del Paese, uomo o donna mi interessa poco”. Non si sposta però dal ‘mantra’ ostentato dalla sua coalizione: “A differenza di tutte le altre elezioni del presidente della Repubblica, il centrodestra questa volta ha delle buone carte da giocare”, ribadisce il leghista.

Ha le idee chiare Carlo Calenda che punta a Draghi premier, ma con un impegno scritto della politica: “Occorre chiedergli di restare e lo devono fare tutti i leader, firmando un patto di legislatura in modo che siamo sicuri che la mattina Salvini si sveglia europeista, il pomeriggio sovranista e il terzo anti vax”, propone il leader di Azione. Perciò prende le distanze dal silenzio scelto da Letta sul tema, perché “è un nodo che va sciolto con grande anticipo”.

Restano sul tavolo le preferenze degli italiani. Secondo il sondaggio Izi, l’ex governatore di Bankitalia è scelto al Colle dal 23,4% del campione intervistato, seguito da Berlusconi (20,6%) e Mattarella (19,3%). La prima donna è Emma Bonino con il 10,1% delle preferenze, il doppio di Marta Cartabia. Un sondaggio delI’Istituto Demopolis fotografa così il bivio che potrebbe aprirsi per Draghi: il 56% degli intervistati vorrebbe che restasse al governo, il 21% lo preferirebbe al Quirinale.

(di Michela Suglia/ANSA)

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