“Spiava per l’Italia”, Turchia arresta analista militare

L'analista militare turco Metin Gurcan.. ANSA / Twitter Metin Gurcan

ISTANBUL.  – “Spionaggio politico e militare” in favore di diplomatici italiani e spagnoli. Con queste accuse è stato arrestato a Istanbul il noto analista militare turco Metin Gurcan, oppositore del presidente Recep Tayyip Erdogan.

“Mi hanno arrestato per spionaggio politico, la polizia è a casa e stanno facendo una perquisizione, sono scioccato”, aveva scritto su Twitter venerdì scorso Gurcan, mentre era in corso all’alba il raid delle squadre dell’antiterrorismo nella sua abitazione della metropoli sul Bosforo. Dopo essere finito in manette, i giudici lo hanno interrogato riguardo a conversazioni con giornalisti stranieri, diplomatici e rappresentanti della società civile.

A finire nel mirino anche alcuni rapporti redatti dall’analista per diplomatici italiani e spagnoli riguardo alla situazione in Siria, Libia, Mediterraneo orientale, Iran, Iraq e Afghanistan. Secondo la testimonianza ai magistrati, riportata dai media turchi, Gurcan avrebbe incontrato a novembre 2020 un diplomatico spagnolo in un albergo di Ankara per consegnargli un documento in cambio di 400 euro.

Da allora, le autorità turche avrebbero messo sotto controllo il telefono dell’analista. In seguito, avrebbe avuto tre incontri con un diplomatico italiano nel parcheggio di un centro commerciale di Ankara, tra gennaio e febbraio, sempre per consulenze pagate. Gurcan ha confermato di avere fornito rapporti a pagamento ai diplomatici, respingendo però secamente le accuse di “spionaggio”, visto che i suoi approfondimenti si baserebbero su informazioni pubbliche e non avrebbe quindi diffuso alcuna informazione riservata.

Analista militare per l’esercito di Ankara dal 2002 al 2008, Gurcan è noto per articoli molto critici nei confronti della politica estera di Erdogan. A marzo 2020 ha partecipato alla fondazione del partito di opposizione Deva (“Rimedio” in turco), guidato da Ali Babacan, in passato influente ministro in vari governi dell’Akp del capo dello stato ma fuoriuscito nel 2019.

“Da quello che sappiamo, Metin [Gurcan] non ha mezzi per accedere ad alcun documento riservato statale perché non lavora per lo Stato”, ha affermato lo stesso Babacan all’emittente Haberturk, aggiungendo che “le sue critiche sulla política estera e sulla sicurezza sono le più dure, forse alcune persone si sono sentite disturbate e si sono arrabbiate”.

A pochi giorni dall’arresto, Gurcan aveva apertamente criticato l’accordo siglato ad Ankara la scorsa settimana tra Erdogan e il principe ereditario di Abu Dhabi Mohammed bin Zayed al Nahyan (Mbz) con cui gli Emirati hanno promesso investimenti da 10 miliardi di dollari in Turchia. Secondo Gurcan, l’intesa, che ha suggellato il riavvicinamento tra Ankara e Abu Dhabi dopo anni di forti tensioni, costringerà in realtà la Turchia a piegarsi agli interessi emiratini.

(di Filippo Cicciù/ANSA)