Quando Zemmour disse: “L’Italia non existe”

Il giornalista francese Eric Zemmour. ANSA/ EPA/BERTRAND GUAY

PARIGI.  – “L’Italia non esiste, non è mai esistita, e voi italiani dovreste essere francesi!”: c’è anche il nostro Paese nell’album di provocazioni e uscite incendiarie di Eric Zemmour, il polemista di estrema destra pluricondannato per incitamento all’odio razziale che oggi ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali francesi del 2022 e che domenica scorsa, passeggiando per il centro di Parigi, ha rifiutato di rispondere a una domanda dell’ANSA sulla firma del Trattato italo-francese del Quirinale, facendo allontanare il giornalista che lo aveva avvicinato da un addetto alla security.

Il 15 aprile 2020,  polemizzando in uno dei momenti più gravi della pandemia durante un talk show sull’emittente Paris-Première, Zemmour attaccò lo stesso giornalista dicendo che “l’Italia non esiste, non è mai esistita, non è una nazione e voi (italiani, ndr) dovreste essere francesi!”. “Se Napoleone avesse vinto – incalzò durante l’acceso dibattito sull’Europa e il coronavirus trasmesso dalla tv parigina – sareste francesi”.

Un video presto rilanciato sui social e che in pieno lockdown suscitò reazioni nei due Paesi.

Zemmour tornò poi a colpire a luglio, nei giorni della visita di Stato in Francia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto con tutti gli onori da Emmanuel Macron.

Intervenendo sull’emittente CNews – equivalente transalpino di Fox News, di proprietà dell’industriale bretone Vincent Bolloré – il nazionalista bonapartista spiegò che “l’Italia del nord avrebbe dovuto essere francese”. “Non c’è  differenza – aggiunse – tra Milano e Nizza. Sono lo stesso popolo, la stessa città, la stessa architettura, lo stesso modo di essere. Penso che ci sarebbe dovuta essere una grande Francia”. Prima di aggiungere: “Ma glissiamo sul fallimento del mio amico Bonaparte…”.

Un chiodo fisso. Ed un ennesimo scivolone per colui che adesso sogna l’Eliseo.  In quell’occasione, c’è chi ricordò all’attuale candidato presidenziale che fino al 1860, un anno prima dell’Unità d’Italia, Nizza apparteneva al Regno di Sardegna oltre ad essere il luogo di nascita di un certo Giuseppe Garibaldi. “Ma forse anche il padre dell’unità italiana era un francese doc…”, ironizzò qualcuno tra Roma e Parigi.

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