Tiger Woods: “Torno sul green ma part time”

Tiger Woods esulta al assicurarsi la vittoria del Masters di Augusta, USA. Immagine d'archivio.
Tiger Woods esulta al assicurarsi la vittoria del Masters di Augusta, USA. Immagine d'archivio. (ANSA))

ROMA.  – Vuole tornare, ma non a tempo pieno: “scalare di nuovo l’Everest” è impossibile. Tiger Woods non si fa illusioni e prova a immaginare il suo futuro nella prima intervista rilasciata dopo il terribile incidente d’auto di nove mesi fa in California.

Consapevole del duro lavoro fatto per curare le gravi lesioni alla gamba destra che aveva rischiato di perdere, ha rivelato: “Penso sia realistico pensare che giocherò nuovamente nel circuito un giorno, non più a tempo pieno ma scegliendo, come fece Ben Hogan”. Quindi “è così che dovrò giocare d’ora in poi. È una realtà sfortunata, ma è la mia realtà. Lo capisco e lo accetto”, ha spiegato il campione a Golf Digest.

Insomma, “sono in grado di giocare a golf, ma non so ancora su quali livelli. Per questo motivo è ancora difficile stabilire quando potrò disputare un torneo del Pga Tour”, ha poi aggiunto in una conferenza stampa.

A febbraio l’auto che guidava alla periferia di Los Angeles era uscita di strada ribaltandosi più volte e il 45enne ex numero uno al mondo aveva subito fratture multiple alla gamba destra. Lo sceriffo della Contea di Los Angeles aveva rivelato che procedeva a 140 km/h in una zona il cui limite è 72 km/h e Woods, di fronte alle domande dei giornalisti su quanto accaduto, ha tagliato corto, in maniera decisa: “Potete verificare tutto dalle carte dell’inchiesta”.

Durante i 20 giorni di ricovero “c’è stato un momento in cui – ha ricordato – ho rischiato davvero di uscire dall’ospedale con una gamba sola”. Poi gli sono toccati tre mesi su un letto ospedaliero, a casa propria, quindi la sedia a rotelle e infine le stampelle. All’inizio dell’intervista concessa via Zoom lo si vede camminare senza ausili nella sua casa nel sud della Florida.

“Ho ancora dolore alla gamba e alla schiena – ha sottolineato – questa riabilitazione alla gamba destra è stata certamente tra le più complicate che ho affrontato. Talmente dura anche solo da spiegare e la strada da percorrere è ancora lunga”.

Prima di quell’incidente aveva già ridotto il suo programma a causa di diversi interventi chirurgici alla schiena e al ginocchio. “Non devo giocare contro i migliori giocatori del mondo per vivere bene. Dopo gli interventi alla schiena (tra il 2014 e il 2017), ho dovuto scalare di nuovo l’Everest. Ma questa volta – sottolinea il vincitore di 15 major – non credo che il mio corpo sia in grado di farlo di nuovo”.

Solo qualche giorno fa aveva postato su Twitter un video in cui colpiva le palle con il commento: “Progressi in corso”.

L’intervista arriva in occasione della sua prima apparizione pubblica dall’incidente, prevista questa settimana all’Hero World Challenge alle Bahamas, un torneo che raccoglie fondi per la sua fondazione.  Nel calendario del 2022 del golf mondiale sono tanti gli appuntamenti clou, tra questi la 150esima edizione del The Open in programma il prossimo luglio in Scozia.

“Mi piacerebbe davvero giocare a Saint Andrews, non c’è dubbio. Quello è il campo più bello del mondo, spero di riuscire ad essere in campo per quella occasione”, ha spiegato nella conferenza stampa che anticipa il via al torneo.

A motivarlo durante il recupero anche la prospettiva di giocare con il figlio dodicenne. “Sono andato a vederlo nei tornei e ho detto ‘come diavolo fai a ottenere punteggi così alti?’. Va alla grande, ma nel gioco a volte perde la calma. Nel corso dell’estate è migliorato molto”. C’è da scommettere che il maggior tempo libero, Tiger, lo dedicherà anche a far crescere il suo possibile erede.

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