Pubblica Amministrazione: stretta su contratto, nuove aree e smart

Pubblica Amministrazione: Una scrivania con un computer e ripiena di faldoni
Una scrivania con un computer e ripiena di faldoni

ROMA.  –  Dovrebbe chiudersi nei prossimi giorni il rinnovo del contratto delle Funzioni centrali  (ministeri, agenzie fiscali e enti pubblici non economici) per il triennio 2019-21: l’Aran ha presentato una nuova bozza ai sindacati e ormai l’accordo sembra vicino con le parti che si stanno concentrando soprattutto sulla parte economica.

Il nuovo contratto introdurrà il nuovo lavoro agile non emergenziale ma anche quattro aree professionali per gli impiegati aggiungendo  agli operatori, agli assistenti e ai funzionari l’area delle alte professionalità, al momento un guscio vuoto che però dovrebbe riempirsi nei prossimi mesi. Al momento si discute ancora sui fondi per il salario di produttività e su quelli per il nuovo ordinamento professionale.

Nella nuova bozza si chiarisce che il lavoro agile non avrà vincoli di orario e luogo di lavoro (a differenza di quello da remoto che mantiene invece i vincoli di orario) e che potrà essere effettuato anche senza la strumentazione fornita dall’amministrazione.

Nel testo infatti si dice che gli strumenti vengono dati “di norma” dall’amministrazione ma non si esclude che possano essere di proprietà del dipendente anche se si sottolinea che quest’ultimo “è tenuto ad accertare la presenza delle condizioni che garantiscono la sussistenza delle condizioni minime di tutela della salute e sicurezza del lavoratore nonché la piena operatività della dotazione informatica” oltre che la garanzia dell’assoluta riservatezza dei dati.

É “necessario comunque l’accordo individuale stipulato per iscritto quindi lo smart working non può essere una scelta unilaterale dell’amministrazione né del dipendente. Gli  elementi essenziali dell’accordo sono la durata,  (può essere a termine o a tempo indeterminato) la modalità di svolgimento della prestazione lavorativa fuori dalla sede abituale di lavoro, con specifica indicazione delle giornate di lavoro da svolgere in sede e di quelle da svolgere a distanza; la modalità di recesso, che deve avvenire con un termine non inferiore a 30 giorni; le fasce orarie di operatività, contattabilità e inoperabilità; i tempi di riposo del lavoratore e le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore; le modalità di esercizio del potere direttivo e di controllo del datore di lavoro.

La nuova bozza chiarisce i passaggi di area spiegando che è possibile passare da operatori ad assistenti con il diploma di scuola secondaria o con la licenza media e un’esperienza di 10 anni nell’area inferiore valutata positivamente. Dall’area degli assistenti si può passare a quella dei funzionati con una laurea triennale o magistrale  o con un diploma e 15 anni di esperienza maturata sempre valutata positivamente.

Per l’area delle alte professionalità per la quale si chiedono “competenze adeguate ad affrontare, con elevata consapevolezza critica, problemi di notevole complessità” è richiesta la “laurea magistrale accompagnata, di norma, da un periodo pluriennale di esperienza lavorativa in funzioni specialistiche e/o di responsabilità che possono anche richiedere l’iscrizione ad albi professionali”.

 

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