Antonella Pinto: “Vogliamo essere piú vicini alla comunitá”

CARACAS – Si candida a queste elezioni per il rinnovo del Comites perché aspira ad aiutare i connazionali meno fortunati e a rendere i rapporti della comunità con le istituzioni della madrepatria in Venezuela più agili e funzionali. Già candidata alle “politiche”, Antonella Pinto, avvocata di 33 anni, è capolista di “La Voce degli Italiani in Venezuela”. Conversiamo con lei che è stata consigliere del Comites uscente.

– Perché ha deciso di costituire una lista per partecipare alle elezioni del Comites?

– Perché credo nel Comites. Sono consigliere del Comites uscente. Sento che ci sono tantissime cose da fare che, in quest’ultimo Comites, non si sono potute realizzare per tante difficoltà interne. Ho accanto persone molto valide, rappresentanti della comunità. Penso che si possa trasformare questo Comites in una istituzione molto più utile, che si possano aiutare le persone, i connazionali che hanno bisogno e anche coloro che desiderano rafforzare la propria italianità.

– Quali sono le sue proposte?

– Noi vogliamo rafforzare tutte le competenze del Comites. Anche se ognuno di noi fa del suo meglio, insieme nel Comites possiamo fare grandi cose. La prima cosa, per esempio, è l’assistenza. Vogliamo aiutare di più i connazionali in tutti i sensi: dalla salute, ai servizi consolari. Desideriamo avere un rapporto più stretto con il Consolato, l’Ambasciata. È nostra intenzione promuovere attività di formazione per coloro che desiderano studiare, imparare qualcosa di specifico. Vogliamo essere più vicini alle comunità, favorendo attività che possano rafforzare l’italianità in Venezuela.

– Perché votare la sua lista e non un’altra?

–  La mia lista è formata da un gruppo di persone che sono già rappresentanti della comunità. Conoscono il funzionamento, conoscono il Sistema Italia e sono sicura che possono aiutare, possono contribuire moltissimo al benessere della comunità. Abbiamo anche degli spazi per farlo.

–  Quali crede siano le funzioni del Comites?

– Le funzioni del Comites sono definite legalmente. Al di là di ciò, il valore che noi possiamo dare alle comunità è molto di più. Lavoriamo ogni giorno a stretto contatto con i connazionali.

– A suo giudizio, quali sono i problemi della comunità?

– In questo momento, in un paese dove la crisi umanitaria è profonda, certamente quello economico e quello sociale sono i più urgenti. Tantissimi italiani hanno bisogno di aiuto. E noi possiamo trasmettere questa informazione al Consolato.  Studiare che aiuto si può offrire. Se anche il Comites funzionasse come dovrebbe… anche noi possiamo dare assistenza a queste persone. È necessario chiarire qual è, in realtà, la funzione del Consolato e del Comites in questo ambito. C’è chi si aspetta di tutto dal Comites ma non è possibile. Circolano voci che creano confusione; creano aspettative che non si possono soddisfare. Altro problema è il poco rapporto della comunità con le istituzioni. Ciò accade soprattutto nella provincia. A Caracas, nelle grandi città è più facile avere contatto con le nostre istituzioni, ma in provincia non è così. I connazionali non sanno a chi e dove rivolgersi. Non hanno con chi parlare. E questo è un grande ostacolo.

Roberto Romanelli/Redazione Caracas

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