Carlos Villino: “Tanta voglia di lavorare per la Comunità”

Carlos Villino, presidente del Comites di Caracas

CARACAS – Senz’altro un. progetto ambizioso, maturato sicuramente dopo la lunga esperienza come presidente del nostro Centro Italiano Venezolano di Caracas e della Federazione delle Associazioni Italo-Venezuelane. Carlos Villino, capolista di “Italiani in Venezuela” è deciso a promuovere iniziative che vadano oltre l’operato dell’Ambasciata e del Consolato Generale di Caracas. La sua aspirazione è raggiungere, attraverso il Comites, tutti i connazionali meno fortunati laddove essi siano. Quindi, anche oltre la circoscrizione di riferimento: quella del Consolato Generale d’Italia a Caracas.   

Inoltre, è intenzionato a trasformare la lista “Italiani del Venezuela” in “un’associazione civile che sia di sostegno al lavoro delle autorità diplomatiche e consolari”, specialmente sul fronte dell’Ospedale Italiano.

Sposato e con due figli, Carlos Villino, risponde alle domande della Voce.

– Perché ha deciso di costituire una lista per partecipare alle elezioni del Comites?

– Credo che si possa fare di più, molto di più di quanto è stato fatto negli ultimi anni. Si possono portare avanti tanti progetti a favore della nostra comunità e non solo quelli dell’Ambasciata e del Consolato. Prendendo spunto dall’esperienza vissuta quando ho partecipato al Consiglio Direttivo dell’Ospedale italiano, ho deciso di continuare a lavorare per la comunità e non solo per il Centro Italiano Venezolano di Caracas.

–  Quali sono le sue proposte?

– Abbiamo costruito, se così si può chiamare, un ‘tempio’, un edificio con quattro colonne; quattro grossi pilastri. Innanzitutto, collaborare col nostro Consolato per ciò che riguarda i servizi e studiare come migliorarli. Sono convinto che questi, pur avendo raggiunto standard molto elevati, siano migliorabili. Quindi, vogliamo dare un contributo per raggiungere livelli d’eccellenza. C’è poi l’aspetto relativo alla salute. È necessario aiutare tutti i connazionali meno fortunati. Quindi, lavorare insieme all’Ospedale italiano per raggiungere non solo la fascia dei meno abbienti, ma tutti gli italiani. In questo ambito, è possibile esplorare accordi per polizze di assicurazione, come hanno fatto gli spagnoli, che permettano di coprire anche quei connazionali ai quali il Consolato non aiutare. Si può agire con maggiore velocità e facilità e non solo nella Circoscrizione di riferimento. La “Federazione delle Associazioni Italo-Venezuelane” ha chiesto, a suo tempo, tre preventivi a compagnie assicurative. Avendo saputo che anche l’Ambasciata ne aveva chiesti, abbiamo bloccato le nostre trattative. Non volevamo assolutamente interferire o portare avanti discorsi diversi.  Poi tutto si è fermato per la pandemia. Vogliamo cominciare fare qualcosa che possa abbracciare tutti gli italiani. Si possono fare accordi nelle diverse città del Venezuela, sempre lavorando insieme al Consolato, all’Ambasciata e all’Ospedale Italiano. Altro punto che consideriamo importante è quello relativo alle “Case di Riposo”, gli anzianati. A Maracay ce n’è una; a Caracas, un’altra. Per diverse ragioni non sono parte dell’accordo con il Consolato. È necessario studiare come fare accordi per il bene della comunità. In ultimo, consideriamo importante diffondere la cultura italiana. Si organizzano tanti eventi nelle nostre associazioni. È necessario continuare. Ad esempio, avere dove insegnare e imparare la lingua italiana; dove fare esami riconosciuti in Italia per coloro che fanno richiesta della cittadinanza. Queste sono le nostre grandi linee di azione. Credo sia indispensabile rinnovare i Comites e spiegare la loro importanza. Sono ancora tanti gli italiani che non sanno cosa sono.  Se sono la voce degli italiani, se sono il ponte tra la comunità e Ambasciata e Consolato perché non farlo sapere?

– Perché votare la sua lista e non un’altra?

-Perché siamo il rinnovamento. Abbiamo lavorato per la comunità italo-venezuelana e non solo per quella del Centro Italiano-Venezuelano di Caracas. In tutto il Venezuela siamo 30 associazioni. Abbiamo mostrato le nostre capacità di lavoro. Tutti gli integranti della lista hanno già lavorato per la collettività attraverso gli impegni assunti in seno alle nostre associazioni. La nostra è l’unica lista con rappresentanti di dieci città diverse. La piattaforma “Italiani per Venezuela”, trasformata in una associazione, permetterà di continuare il lavoro in seno alla comunità. E che le nostre proposte non si dimentichino una volta lasciate alle spalle le elezioni.

– Quali crede siano le funzioni del Comites?

– Creare e realizzare progetti sociali e culturali per la collettività. Abbiamo apprezzato l’impegno dell’Ambasciatore e del Console Generale e la diligenza mostrata nel portare avanti iniziative. Ma non abbiamo visto progetti promossi dal Comites. Nessuna iniziativa a favore della nostra comunità. Il Comites è il ponte tra collettività e autorità diplomatiche e consolari. È vero, ma se c’è impegno può essere molto di più, in una realtà tanto complicata come quella del Venezuela.

– A suo giudizio, quali sono i problemi della comunità?

– Sono tanti. Innanzitutto, l’assistenza ai meno fortunati. C’è poi l’ambito culturale, inteso in senso lato e non solo la lingua italiana che è importantissima. Bisogna impegnarsi a fondo per assicurare assistenza a tutti e lavorare nel progetto dell’Ospedale Italiano. Ogni città ha le sue particolari necessità. Importante sarà parlare con i connazionali, conoscere le loro esigenze, i loro problemi.

Roberto Romanelli/Redazione Caracas