Inferno di fuoco sul pullman, 46 morti in Bulgaria

Un esperto esegue rilievi pianimetrici dell'incidente. (ANSA/EPA) EPA/VASSIL DONEV

ROMA.  – Un pullman su cui viaggiavano turisti che rientravano in Macedonia del Nord dopo aver visitato Istanbul ha sfondato nella notte un guardrail nei pressi del villaggio Bosnek, in Bulgaria, incendiandosi.

Nell’inferno di fuoco sono morte 46 persone, tra cui almeno 12 bambini e ragazzi – due di loro avevano quattro anni ed erano gemelli. Molte giovanissime vittime provenivano da una scuola elementare di Skopje.

I soli superstiti del rogo, avvenuto a circa 40 chilometri dalla capitale Sofia, sono quattro uomini e tre donne, tra cui una sedicenne, che sono sfuggiti alla morte riuscendo a sfondare un finestrino del pullman e lanciandosi fuori. Sono tutti ricoverati, ma nessuno risulta in gravi condizioni.

La Macedonia del Nord ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale e bandiere a mezz’asta in tutto il Paese per la strage, il più grave incidente avvenuto sulle strade europee negli ultimi dieci anni. La Bulgaria ha proclamato il lutto nazionale per la giornata di mercoledì.

Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta, ma il premier ad interim bulgaro Stefan Yanev ha smentito che la tragedia sia stata provocata dalle cattive condizioni della strada. Il viceprocuratore generale Borislav Sarafov ha spiegato che si sta indagando per capire “se l’incidente sia stato provocato da un guasto o da un errore umano”, forse un colpo di sonno dell’autista.

Secondo una giornalista dell’emittente búlgara TV21, a bordo non c’era un secondo guidatore, necessario per un viaggio lungo come quello Istanbul-Skopje (oltre 800 km), e che sul luogo dell’incidente non ci sarebbero segni di frenata.

Il pullman era uno dei quattro che riportavano i turista macedoni in patria dalla Turchia. I mezzi appartenevano alla società Besa Trans, specializzata in viaggi a Istanbul: i familiari dei viaggiatori si sono radunati stamane davanti alla sede della società a Skopje per avere notizie, ma nessun responsabile si è presentato. Besa Trans si è limitata a diffondere un comunicato di condoglianze in cui si dice “scioccata” dalla tragedia, e un numero di telefono dove chiedere informazioni.

Parlando con l’agenzia Mia,

Inferno di fuoco sul pullman, 46 morti in Bulgaria

il premier della Macedonia del Nord Zoran Zaev – che a causa della tragedia ha rinviato le sue dimissioni dalla guida del partito socialdemocratico – ha detto di aver parlato con uno dei superstiti: “Mi ha detto che i passeggeri stavano dormendo quando c’è stata un’esplosione. Lui ed altri sono riusciti a spaccare un finestrino, e così alcune mpersone si sono salvate. Sfortunatamente gli altri non ce l’hanno fatta”.

Uno dei sopravvissuti, citato dal quotidiano macedone Slobodan Pecat, ha raccontato di aver perso “tutta la famiglia”, ovvero 10 persone, nel disastro. Il ministro mdell’Interno bulgaro Boyko Rashkov ha aggiunto che il conducente del pullman è morto all’istante, senza fare in tempo ad aprire le porte: il mezzo si è così trasformato in una trappola mortale. “La scena era spaventosa”, ha osservato il ministro, accorso subito a Bosnek, così come il premier Yanev. Del pullman, come hanno mostrato le immagini televisive, è rimasto solo lo scheletro.

Alle vittime, e all’intero popolo macedone, sono giunte le condoglianze e la solidarietà (“l’Europa è con voi”, ha dichiarato) della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e quelle del presidente russo Vladimir Putin.

(di Patrizio Nissirio/ANSA).

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