Dopo il Milan anche il Napoli ko, l’Inter in corsa scudetto

L'Inter fa festa dopo il gol di Ivan Perisic per il 2-1 contro il Napoli
L'Inter fa festa dopo il gol di Ivan Perisic per il 2-1 contro il Napoli. ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. – E’ la caporetto delle capoliste. Dopo il 4-3 fiammeggiante della Fiorentina sul Milan, tocca anche al Napoli subire la prima sconfitta della stagione. Il Napoli va in vantaggio a San Siro, ma l’Inter è un diesel che ingrana piano ma poi diventa inarrestabile, fino al finale garibaldino degli ospiti che poteva essere premiato dal pari.

Calhanoglu, Perisic e Lautaro confezionano un 3-2 che consente ai milanesi di vincere il primo incontro con una big (dopo tre pari e il ko con la Lazio) e riaprire la corsa scudetto. Milan e Napoli sono sempre in fuga, ma l’Inter è a -4 e l’ Atalanta, in grande crescita, si porta a -7. E tutto ritorna in gioco.

Degno della posta in palio il clou tra Inter e Napoli, che conferma l’equilibrio della serie A. Nerazzurri imballati e ospiti sornioni e concentrati. Insigne imposta il contropiede e libera Zielinski per una conclusione sontuosa che buca Handanovic.

Il vantaggio addormenta il Napoli e scatena l’Inter. Barella funge da punta di appoggio costringendo Fabian Ruiz a contenersi, Darmian fa l’ala e Mario Rui lo marca, a fatica, a uomo. Cresce l’Inter col fosforo di Brozovic, poi per un mani di Koulibaly c’è un netto rigore che Calhanoglu trasforma con freddezza.

L’Inter insiste e raddoppia su un forte traversone del turco deviato in rete da Perisic. Napoli in difficoltà coi centrali difensivi ammoniti, poi esce anche Osimhen e l’Inter sfiora il tris con Lautaro. Ma il ritorno al gol dell’argentino è solo rimandato: il connazionale Correa conquista palla fuori della sua area, si fa tutto il campo senza opposizione, allarga a Lautaro che trova un diagonale vincente.

Quando la gara sembra chiusa Mertens si inventa una conclusione da campione dopo un’ingenuità di Dzeko che nell’azione successiva si scontra con Ospina, e per entrambi serve una fasciatura in testa. Poi Handanovic in recupero fa un miracolo sui Mario Rui e Mertens si mangia il 3-3.

Inter in paradiso e il Napoli ritorna in terra subendo il primo ko dopo 21 gare. Le sorelle scudetto-Champions diventano otto perché la Fiorentina ormai lascia il suo ruolo di outsider e, con la vittoria sul Milan, più netta del 4-3 finale, diventa un soggetto che può battersi fino alla fine se riuscirà a gestire Vlahovic, separato in casa ma capocannoniere utile a sognare un’annata da favola.

Si avvicina di nuovo ai suoi standard la Juve che, pur continuando a convincere poco sul piano del gioco, comincia a vincere gli incontri che pesano e l’esperienza del nucleo storico vale almeno un posto in Champions. E sarà una lunga e spericolata volata perché tutte hanno i loro assi da giocare. Sei di loro hanno anche un cannoniere di tutto rispetto (Osimhen, Ibra, Dzeko, Zapata, Vlahovic e Immobile). La Juve ondeggia tra Dybala e Morata, la Roma tra Abraham e Pellegrini.

Si stacca dal gruppo l’aspirante grande meno convincente, il Bologna di Mihajlovic, troppo alterno nel rendimento anche per inesperienza. Mentre Fiorentina e Juve avanzano a passo di carica, il Bologna segna il passo in casa: crea tanto alla distanza ma conclude poco e si fa trafiggere da una formazione emergente.

Il Venezia di Dionisi dopo avere messo in crisi la Roma si ripete anche in trasferta. Difesa accorta, basata su Romero, Ceccaroni e Caldara, poi colpisce in contropiede con Okereke, decisivo come con Empoli e Roma.

Il Cagliari raggiunge la Salernitana e non è più solo all’ultimo posto. I sardi agguantano due volte il Sassuolo passato in vantaggio prima con Scamacca e poi con Berardi su rigore (la trasformazione, insieme alle due ieri di Bonucci aumentano i rimpianti azzurri per il doppio errore di Jorginho con la Svizzera dagli 11 metri).

Il primo pari è una rovesciata da cineteca di Keita, poi arriva il pari sul dischetto di Joao Pedro, che apre a un futuro in maglia azzurra. Il Sassuolo continua a sprecare tanto dilapidando il talento di molti suoi giocatori. Al Cagliari manca sempre qualcosa per dare un senso al progetto di riscossa. E per Mazzarri è un punto che non cambia la sua posizione precaria.

Anche perché si stacca la Sampdoria, fin qui molto deludente, che va a vincere in casa della Salernitana nello scontro salvezza di giornata. Più squadra e più talento da parte dei sampdoriani che comandano le operazioni in trasferta e chiudono la gara negli ultimi scampoli del primo tempo. Un ‘autorete improvvida di Di Tacchio e poi l’ennesimo gol di Candreva, su passaggio dell’altro veterano Quagliarella, in questa che sembra la stagione migliore della sua lusinghiera carriera chiudono la gara. Con questo successo la Samp salva la panchina di D’Aversamì, la Salernitana si gioca le sue speranze di rimonta nella spietata sfida scudetto di venerdì prossimo a Cagliari.