Pronto il Trattato del Quirinale, Macron arriva a Roma

Palazzo del Quirinale:

ROMA.  – Il Trattato del Quirinale è pronto. Manca solo la firma al documento senza precedenti che sancirà la cornice più ampia e strutturata in cui tessere le relazioni tra Italia e Francia, e dopo mesi di attesa è stata finalmente fissata per il 25 novembre a Roma.

Annunci ufficiali dalle due capitali ancora non ce ne sono stati, ma chi lavora al dossier da entrambi i lati delle Alpi conferma che il presidente Emmanuel Macron arriverà giovedì e venerdì prossimi per siglare con il premier Mario Draghi l’ormai noto Trattato, lanciato tre anni fa quando a Palazzo Chigi c’era Paolo Gentiloni. E nello stesso viaggio, si apprende a Parigi, il capo dell’Eliseo potrebbe incontrare anche papa Francesco.

Ispirato al Trattato dell’Eliseo siglato da Francia e Germania nel 1963 (poi rinnovato ad Aquisgrana nel 2019) allo scopo di rafforzare le relazioni franco-tedesche, il Trattato del Quirinale intende creare meccanismi strutturali di consultazione per coordinare azioni e iniziative congiunte sul piano economico, culturale, commerciale, sanitario, e ancora nei settori industriale, dello spazio, dell’innovazione tecnologica: un ampio spettro di ambiti in cui consolidare la collaborazione bilaterale e il partenariato strategico.

Dal 2018 l’iniziativa ha attraversato momenti di alti e bassi – proprio come le relazioni italo-francesi che hanno vissuto il loro peggior momento durante il governo giallo-verde con il ritiro dell’ambasciatore francese a Roma – fino a ritrovare la storica amicizia e, soprattutto, una comunione di vedute su diversi temi e fronti, anche europei ed internazionali, come la difesa comune o la crisi libica.

A ridare impulso alle trattative negli ultimi mesi erano stati il viaggio di luglio a Parigi del presidente Sergio Mattarella, con cui Macron ha un rapporto personale privilegiato, e quello di Draghi a Nizza lo scorso settembre, che d’accordo con l’Eliseo puntava alla firma entro la fine del 2021. Ma anche altre recenti occasioni di incontri tra i leader, come il G20 di Roma e la conferenza internazionale sulla Libia a Parigi, dove tra l’altro Macron ha salutato i cronisti italiani con un “ci vediamo presto per la firma del Trattato del Quirinale”.

La stesura del testo, sottolineano diverse fonti, resterà aperta a modifiche o limature fino all’ultimo momento. Ma ormai “siamo alle battute finali e siamo molto soddisfatti”, ha detto all’ANSA il sottosegretario agli Affari europei, Enzo Amendola, in partenza per Parigi per incontrare l’omologo Clément Beaune in vista del semestre di presidenza francese dell’Ue che scatterà dal primo gennaio.

Diverse sono infatti le iniziative europee comuni che hanno riavvicinato i due Paesi, a partire dalla lotta alla pandemia nel 2020 e agli sforzi per il Next generation, che hanno visto sin da subito la Francia schierata al fianco dell’Italia, primo Paese europeo ad aver contratto il virus.

L’asse Draghi-Macron – già ribattezzato “Dracron” da qualche giornale europeo – arriva peraltro agli sgoccioli dell’era Merkel. E in attesa che a Berlino si formi un nuovo governo, Roma e Parigi puntano a un rilancio dell’Ue di fronte alle sfide globali: con una sempre più urgente e necessaria “autonomía strategica” del Vecchio Continente, pur saldamente ancorata all’Alleanza atlantica.

(di Laurence Figà-Talamanca/ANSA).

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