Squadra di calcio del Papa in campo contro formazione Rom

La squadra del Papa in amichevole contro una squadra Rom.
La squadra del Papa in amichevole contro una squadra Rom.

ROMA. – Più che un’amichevole è stata definita una partita “fraterna”. E di sicuro rappresenta un evento altamente simbolico nella lotta contro ogni discriminazione, razzismo ed emarginazione. E’ la partita di calcio che, su iniziativa di papa Francesco, la Squadra del papa ‘Fratelli tutti’ disputerà “in fraternità” con la formazione della World Rom Organization, che ha sede a Zagabria.

Sabato mattina il Pontefice riceverà in udienza le due formazioni: e già alla presentazione è stata mostrata la maglietta gialla e bianca della ‘Fratelli Tutti’ col numero 1 e il nome Francesco che gli sarà donata. L’incontro – con la supervisione organizzativa del Pontificio Consiglio della Cultura – si disputerà invece domenica alle 14.30 al Training Center della Lazio a Formello, con la società bianco-celeste che sostiene convintamente l’iniziativa.

Tanto che nella partita di sabato sera all’Olimpico con la Juventus, tutti i giocatori firmeranno due palloni che poi saranno battuti all’asta per finanziare il progetto legato all’amichevole, “Un calcio all’esclusione”, con cui la Diocesi di Roma sostiene cammini di inserimento e inclusione di giovani e famiglie rom a livello sportivo, educativo, abitativo e lavorativo.

E’ stato il cardinale Gianfranco Ravasi, ‘ministro’ vaticano della Cultura, a porre l’accento sul valore culturale ed etico dello sport. Un valore che la Squadra del Papa interpreta non come “nazionale” o rappresentativa vaticana, ma come formazione composta da guardie svizzere, dipendenti vaticani, figli di dipendenti, sacerdoti della Curia, con l’inserimento di tre giovani migranti accolti da Sant’Egidio e un ragazzo down della Special Olympics. Sulla panchina siederanno glorie del calcio come Marco Tardelli e Odoacre Chierico (Sarri dovrebbe sedere invece sulla panchina della formazione Rom), mentre d’eccezione sarà anche l’arbitro, il capitano della Lazio Ciro Immobile.

“Anche i guardalinee saranno due miei compagni, ma non ho ancora deciso, non so di chi fidarmi”, ha scherzato. “Ringrazio papa Francesco per questa opportunità – ha detto ancora -. Lui mi ha scelto tra tanti, e questo è motivo di grande soddisfazione. E’ bello anche esser d’esempio ai giovani. Per quanto riguarda noi della Lazio, la società ci indirizza per quanto riguarda l’aspetto umano: siano giocatori da tutto il mondo e siamo tutti fratelli”.

Mentre i rappresentanti della World Rom Organization, in collegamento da Zagabria col nunzio apostolico mons. Giorgio Lingua, hanno parlato di una “partita storica” e definito organizzatori e partecipanti “i nostri ambasciatori”, “i nostri angeli”, il presidente della Lazio Claudio Lotito ha di credere fortemente nell’importanza dell’iniziativa per quanto riguarda “il superamento degli steccati di carattere sociale, economico e razziale”.

“Viviamo in una società di chiusure – ha detto – che vanno sostituite dal dialogo e dall’integrazione. Col coinvolgimento dei giovani, verso cui il calcio può essere un momento didascalico e moralizzatore. In particolare sul rispetto della dignità umana e della pari dignità di tutti, oltre che per una maggiore attenzione dell’opinione pubblica su questi temi”.

Secondo Lotito, “anche la pandemia ha aggravato i processi di discriminazione, anche verso i Rom, un’etnia diffamata e discriminata. Ma tutti devono avere la stessa dignità e le stesse opportunità. E questa partita vuol essere un messaggio perché si passi dal dolore al riscatto: permettere alle persone di riscattarsi da una situazione di difficoltà non dovuta a loro”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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