Papa Francesco ad Assisi con i poveri: “Lavoro per ridare dignità”

Papa Francesco benedice i fedeli nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, ad Assisi
Papa Francesco

ROMA. – Non basta aiutare i poveri o prendersi cura di loro. “È tempo invece che ai poveri sia restituita la parola, perché per troppo tempo le loro richieste sono rimaste inascoltate. È tempo che si aprano gli occhi per vedere lo stato di disuguaglianza in cui tante famiglie vivono. È tempo di rimboccarsi le maniche per restituire dignità creando posti di lavoro”.

E’ il forte appello lanciato da Papa Francesco dalla Basilica di Santa Maria degli Angeli, ad Assisi, dove ha incontrato cinquecento persone in difficoltà, in vista della Giornata mondiale dei poveri che si celebrerà domenica 14 novembre. Tanta festa all’arrivo del Pontefice che per la quinta volta ha visitato la città di San Francesco. Ma anche tanta commozione di fronte a storie di indigenza, droga, violenza, carcere, malattia.

Testimonianze che sono arrivate pure alle lacrime nella basilica di Assisi ma che hanno anche raccontato di un riscatto possibile grazie all’incontro con persone che si sono fatte carico delle fragilità. Colpiscono le storie di migranti, tra le quali quella di Farzaneh, giovane ragazza afghana fuggita dopo l’arrivo dei Talebani.

“Ho lasciato la mia terra, ma la mia anima – dice rivolta a Papa Francesco – è lì, sono qua fisicamente, ma sono con le ragazze del dormitorio dell’università di Kabul che in questi giorni non possono andare all’università e scegliere da sole, comprare il pane, andare dal fornaio e divertirsi”.

E le parole del Papa guardano anche alle tante schiavitù alle quali sono soggette donne e bambini: “È tempo che si torni a scandalizzarsi davanti alla realtà di bambini affamati, ridotti in schiavitù, sballottati dalle acque in preda al naufragio, vittime innocenti di ogni sorta di violenza. È tempo che cessino le violenze sulle donne e queste siano rispettate e non trattate come merce di scambio. È tempo che si spezzi il cerchio dell’indifferenza per ritornare a scoprire la bellezza dell’incontro e del dialogo”.

“Accoglienza”: è questa la parola chiave ripetuta dal Papa che a quei cinquecento poveri chiede di pregare per lui perché “anch’io ho le mie povertà, tante”. Ad accompagnare il Papa era il ‘regista’ della Giornata Mondiale dei Poveri, mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio consiglio per la Nuova evangelizzazione, insieme alla Elemosineria apostolica.

Ma a unirsi all’evento ad Assisi, c’era anche il cardinale francese Philippe Barbarin con un gruppo di disabili e con l’associazione ‘Fratello’, che è stata un po’ motore in questi anni delle iniziative a favore dei più fragili. Ex arcivescovo di Lione, Barbarin è stato processato con l’accusa di copertura di abusi ed è poi stato scagionato. Dopo la vicenda giudiziaria ha lasciato la diocesi per dedicarsi ad opere di carità.

E il Papa lo ha ringraziato pubblicamente: “Vorrei ringraziare la presenza del cardinale: lui è fra i poveri, anche lui ha subito con dignità l’esperienza della povertà, l’abbandono, la sfiducia e lui si è difeso col silenzio e la preghiera. Grazie cardinale Barbarin per la sua testimonianza che edifica la Chiesa”.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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