ROMA. – Un grande progetto pilota che coinvolgerà 7.300 grandi fumatori in tutta Italia con l’obiettivo di realizzare un programma di prevenzione e monitoraggio del tumore al polmone affiancato ad iniziative specifiche per l’abbandono del fumo da sigarette.
Nasce con questo fine la Rete italiana screening polmonare (Risp) che, come prevede il decreto firmato oggi al ministro della salute Roberto Speranza, vedrà impegnati 18 centri in 15 Regioni italiane. Per i 18 centri – dal Veneto alla Puglia e la Sicilia, coordinati dall’Istituto nazionale tumori di Milano – è stato deciso un finanziamento di un milione di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022.
L’iniziativa parte dal presupposto, come si spiega nel decreto, che il fumo di tabacco è la più importante causa di morte evitabile in tutti i paesi ad alto reddito compresa l’Italia: secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, ogni anno nel mondo il consumo di tabacco causa circa 6 milioni di decessi che, in assenza di contromisure efficaci, sono destinati a raggiungere gli 8 milioni entro il 2030.
In Italia, secondo i più recenti dati dell’Istituto superiore di sanità, fumano ancora circa 11 milioni di persone, pari al 26% degli uomini e al 17% delle donne. Accanto alla cessazione del fumo, vari studi hanno evidenziato che la diagnosi precoce del tumore al polmone con Tomografia computerizzata del torace a bassa dose (Ldct) può contribuire alla riduzione della mortalità per tumore polmonare nei forti fumatori compresa tra il 20 e il 39 per cento.
A partire da questi dati, la Commissione europea ha finanziato nel 2019 un programma multicentrico europeo per la validazione di tecniche ottimali di diagnosi precoce del tumore al polmone nei forti fumatori. Ora anche l’Italia scende in campo con il programma Risp, che sperimenterà appunto un intervento di prevenzione del carcinoma polmonare attraverso esami di Ldct, con attività di supporto alla cessazione del tabagismo offerta attivamente a tutti i soggetti reclutati per il progetto.
Nell’arco di 18-24 mesi verranno dunque reclutati in tutta Italia circa 7.300 forti fumatori ad alto rischio di tumore polmonare ma anche di altri tumori e patologie cardio-polmonari, tra 55 e 75 anni e forniti di Green pass. L’arruolamento potrà avvenire attraverso il coinvolgimento dei medici di famiglia, che selezioneranno tra i loro assistiti i forti fumatori più idonei per l’intervento con Ldtc. Tutti gli esami saranno raccolti in un unico data base. saranno anche istituti un call center nazionale e un sito web per la registrazione diretta online.
Solo nel 2020, le nuove diagnosi del tumore del polmone in Italia sono state 40.800. È il primo killer negli uomini e il secondo nelle donne, con costi sociali enormi. E’ una patologia che in Italia “pesa circa 2,5 miliardi di euro, tra costi diretti sanitari e costi indiretti e sociali”, spiega Francesco Saverio Mennini, professore di Economia Politica ed Economia Sanitaria all’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’ e presidente della dalla Società Italiana di Health Technology Assessment SIHTA.
Da “un nostro studio – spiega – emerge come nel periodo tra il 2016 e il 2018 è stata registrata una media annuale di 130.563 ricoveri, di cui 11.353 con intervento con un costo medio per ricovero pari a circa 9.310 euro. Il numero di ricoveri e di pazienti ospedalizzati si riduce nel tempo (-10,4%), e di contro aumentano le ospedalizzazioni per intervento (+7,0%)”. Il tasso di ospedalizzazione è però caratterizzato da una forte eterogeneità sul territorio che va, conclude l’esperto, da 101 casi per 100.000 abitanti nella P.A. di Bolzano ai 195 nelle Marche.