Nicaragua: Ortega rieletto presidente con il 75% dei voti

El presidente de Nicaragua Daniel Ortega y su esposa Rosario Murillo. (ANSA)

ROMA.  – Il Consiglio Supremo Elettorale (Cse) del Nicaragua ha assegnato il 74,99% dei voti al Fronte sandinista di Daniel Ortega e di sua moglie e vicepresidente Rosario Murillo nel primo rapporto finale dei risultati delle contestate elezioni di ieri. Si tratta del 49,25% dei voti scrutinati.

Il Partido Liberal Constitucionalista (Plc) è al secondo posto con il 14,4%, seguito dal Camino cristiano nicaragüense (Ccn) con il 3,44%, l’Alianza Liberal Nicaragüense (Aln, 3,27%), l’Alianza por la República (Apre) con il 2,2% e dal Partido Liberal Independiente (Pli, 1,70%).

Secondo il Cse l’affluenza è stata del 65,3%, un livello contestato dalle organizzazioni di opposizione e dell’osservatorio indipendente Urnas Abiertas, che stima un’astensione a livello nazionale dell’81,5%, riferisce lo storico quotidiano di opposizione La Prensa.

L’appuntamento elettorale di ieri è stato preceduto nei mesi scorsi da una continua azione della magistratura e della polizia che, applicando una legge considerata di “difesa della Patria”, hanno incarcerato o messo agli arresti domiciliari almeno 37 oppositori politici, fra cui sette persone che aspiravano alla candidatura presidenziale.

La giustizia ha anche squalificato partiti ed organizzazioni politiche e sociali e ha chiuso organi di stampa, bloccando anche l’uscita di La Prensa.

Mentre gli Stati Uniti, Europa e Spagna hanno bocciato le elezioni definendole come una “farsa”

“Le elezioni tenute dal regime di Ortega domenica 7 novembre 2021 in Nicaragua sono una farsa, sono il triste culmine del continuo scivolare del Paese in un abisso autoritario”: il presidente della commissione per gli Affari esteri del Parlamento europeo, il tedesco David McAllister  (Ppe), e la presidente della delegazione per le relazioni con i Paesi dell’America centrale, la lussemburghese Tilly Metz (Verdi), hanno commentato così in un comunicato congiunto il risultato elettorale nel Paese centroamericano.

“Il Parlamento europeo non può né riconoscere il risultato né riconoscere le autorità istituzionali che emergono da questo voto truccato. Queste elezioni non sono state eque, trasparenti o libere e si fanno beffe degli standard democratici internazionali”, prosegue la nota.

“Chiediamo al governo nicaraguense di rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti i prigionieri politici, gli oppositori e i pre-candidati presidenziali e di consentiré il ritorno sicuro e garantito di tutte le persone esiliate.

L’Assemblea nazionale del Nicaragua inoltre deve abrogare tutte le leggi repressive come la ‘Legge per la regolamentazione degli agenti stranieri’ che è incostituzionale”, esortano McAllister e Metz.

“Queste elezioni non hanno contribuito a raggiungere una soluzione pacifica e democratica alla crisi politica in Nicaragua. Chiediamo che le elezioni si svolgano secondo parametri internazionali: che siano conformi alla Carta democratica interamericana e consentano la presenza di organizzazioni internazionali specializzate in diritti umani”, concludono i due eurodeputati.

“In seguito alle proteste sociali scoppiate nella primavera del 2018, il governo del Nicaragua ha scatenato la violenza contro il proprio popolo, lasciando dietro di sé morte, sparizioni forzate, incarcerazioni, maltrattamenti ed esilio di massa e trasformando il Paese in una repubblica della paura. Le elezioni del 7 novembre completano la conversione del Nicaragua in un regime autocratico”. Lo afferma in una nota l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell a nome della Ue.

“Fasulle”: così il presidente americano Joe Biden ha dedinitio le elezioni presidenziali in Nicaragua. Lo afferma la Casa Bianca.

Le elezioni in Nicaragua si sono tenute “senza nessuna garanzia” che possa permettere di considerarle legittime: è la posizione del governo spagnolo, espressa in dichiarazioni a cronisti dal ministro degli Esteri José Manuel Albares, che ha descritto il processo elettorale nel Paese centroamericano come “una farsa”.

Dal canto suo, Ortega ha ricevuto oggi le congratulazioni dell’ex presidente boliviano Evo Morales e ieri, ancora prima dell’annuncio del Consiglio supremo elettorale (Cse) a conferma della vittoria, anche dal collega venezuelano Nicolás Maduro.

Via Twitter Morales ha salutato “il degno popolo del Nicaragua che, in una dimostrazione di coraggio e maturità democratica, ha eletto Daniel Ortega presidente costituzionale nonostante la campagna di menzogne, ricatti e minacce degli Stati Uniti. Il trionfo di Ortega significa la sconfitta dell’interventismo yankee”.

Da parte sua Maduro, attraverso le reti sociali, ha voluto inviare “un abbraccio di rallegramento al popolo del Nicaragua, al comandante Daniel Ortega e a Rosario, per la grande giornata di partecipazione popolare e pacifica nelle elezioni odierne. I figli e le figlie di Sandino, votano per la pace, la stabilità e la prosperità della loro Patria”.

Infine, la Russia ha ritenuto “inaccettabile” la posizione degli Usa di non riconoscere i risultati delle elezioni in Nicaragua e ritiene che esse si siano svolte in conformità a tutti i requisiti della legislazione del paese: lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, ripreso dall’agenzia Interfax.

“Riteniamo che questo sia inaccettabile e condanniamo in modo deciso questa linea”, ha detto Lavrov secondo Interfax in una conferenza stampa dopo dei colloqui con il ministro degli Esteri del Venezuela, Felix Plasencia.

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