Bologna, niente gite scolastiche fino a fine anno

In pullman durante una gita scolastica.
In pullman durante una gita scolastica.

BOLOGNA. – Dopo due anni in cui a causa della pandemia hanno dovuto rinunciare ai viaggi di istruzione, è facile pensare che gli studenti vorrebbero tornare a godersi uno dei momenti più agognati della vita scolastica. Ma non sarà facile. Questo perché non potendo sapere, per motivi legati alla privacy, chi ha il Green pass da vaccino e chi no, i presidi di Bologna hanno scelto di sospendere le gite scolastiche, almeno fino alla fine dell’anno quando cesserà lo stato di emergenza, anche per non lasciare a casa i non vaccinati.

Per il preside dell’Istituto Gaetano Salvemini di Casalecchio di Reno, Carlo Braga, questa impostazione rischia di creare una contraddizione. “Non è giusto bloccare qualsiasi attività – sottolinea – perché si crea un fattore discriminante. Così facendo infatti si discrimina la maggioranza, cioè i vaccinati”. “E’ un tema delicato, che sicuramente mi scatenerà contro insulti dai no vax”, dice all’ANSA Braga, che sta ragionando sull’organizzazione di una gita di tre giorni sul monte Cimone, che nel caso vada in porto, dovrà essere fatta da studenti vaccinati.

“Il problema è che un viaggio di tre giorni, con due notti fuori, richiederebbe il tampone ogni 48 ore, e se la farmacia non è sotto casa, non si può mandare uno studente a cercarsela da solo”. Per il preside però “non si possono bloccare tutte le attività sulla spinta di un rispetto della privacy, che si ritorce contro a chi è vaccinato. Stiamo ragionando quindi su come poter fare, potrebbe essere una attività interclasse, da mettere in piedi prendendoci altri spazi. Dobbiamo valutare le diverse strade e le controindicazioni”, ha concluso Braga.

La scelta dei presidi Bolognesi di sospendere le gite trova d’accordo la Cisl Scuola. Inoltre secondo il sindacato bisognerebbe prevedere che le uscite didattiche siano considerate al pari di andare a scuola, altrimenti, la visita ad un museo o altro crea grandi difficoltà organizzative agli istituti.

“Le scuole non sanno né devono sapere se i ragazzi hanno o no fatto la vaccinazione – spiega Paola Serafin, che guida i dirigenti scolastici per la Cisl – e quindi le uscite scolastiche finiscono involontariamente per creare difficoltà organizzative e discriminazione; in tal senso concordo con la scelta dei presidi a Bologna di sospendere le gite fino a fine anno”. La questione, spiega la sindacalista, “si potrebbe risolvere se si considerasse la cosiddetta gita una attività di natura scolastica: se si prevedessero quindi condizioni di accesso a mostre, musei ed altro come se si accedesse a scuola”.

(di Alessandro Cori/ANSA)

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