Pensioni, Pd: “Cambiare la Fornero”. Lega: “Fare di più per le donne”

Una sede dell'Istituto Nazionbale della Previdenza Sociale.
Una sede dell'Istituto Nazionbale della Previdenza Sociale. (ANSA)

ROMA. – La maxi manovra espansiva che “riflette la posizione europea”, perché “non è il momento delle strette”, ha detto il commissario Paolo Gentiloni, si appresta ad andare in Parlamento a metà di questa settimana. E i partiti preparano già il terreno per lo scontro che si aprirà sui capitoli più delicati, a cominciare da quello delle pensioni.

Anche il Partito democratico ora chiede di cambiare la legge Fornero, puntando a una maggiore flessibilità, purché “sostenibile”, e avendo come priorità i giovani che rischiano di non avere mai una pensione. C’è poi il nodo ancora aperto del Reddito di cittadinanza, criticato anche dal centro destra, con il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che lo definisce “un grande fallimento grillino, un grande inganno”, che il suo partito vorrebbe accompagnare gradualmente all’uscita.

In settimana è previsto anche il ddl concorrenza: il premier Mario Draghi lo aveva annunciato per giovedì prossimo, sottolineando come vi fossero “perplessità” su diversi punti, inclusa la questione delle concessioni balneari, sulle quali si attende ancora la decisione del Consiglio di Stato che si è riunito il 20 ottobre.

Sul capitolo pensioni il governo ha stanziato 600 milioni di euro, troppo pochi per una riforma complessiva del sistema previdenziale. E la mediazione trovata dopo lo scontro con i sindacati, cioè Quota 102, che consente nel solo 2022 di andare in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi, è presto diventata una mossa insufficiente.

I sindacati la considerano ancora troppo poco, ed ambiscono a tutele maggiori per i giovani e per le donne. Anche il Pd è sulla stessa linea, e parla di Quota 102 come di una soluzione “ponte”, che non risolve la questione della Fornero: va cambiata, “nella direzione dell’equità e della flessibilità sostenibile”, spiega il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Partito Democratico. Tutte cose da discutere “con sindacati e imprese”.

L’elenco delle modifiche che il Pd ha in mente non finisce qui: bisogna pensare alla pensione dei giovani, rendendo più flessibile il sistema contributivo, ampliando la libertà di scelta dei lavoratori sull’età di pensionamento: “chi va prima, prende di meno; chi va dopo, prende di più”.

E poi la Lega, che fin dal primo giorno ha trattato con il governo sulle pensioni, chiede di più. Soprattutto per le donne, perché “qualsiasi formula di previdenza a favore delle donne non è ancora sufficiente. Abbiamo un anno di tempo per lavorare e come Lega siamo pronti con diverse proposte”, ha detto il sottosegretario Tiziana Nisini.

Ma c’è anche un altro tasto dolente che è ancora preso di mira dai partiti, soprattutto dal centro-destra: il Reddito di cittadinanza. Mentre ministero dell’Economia e del Lavoro mettono a punto il testo definitivo del provvedimento, perché ancora non sono stati chiariti i dettagli su quando decade il diritto all’assegno e quando invece viene ridotto, Gasparri va all’attacco, giudicando “positivo” l’avvio “del superamento del reddito di cittadinanza”.

Non lo si è voluto abolire, spiega, “ma si comincia a intravedere un’inversione di rotta. È stato un grande fallimento grillino. Un grande inganno che andrà cancellato per utilizzare quei soldi a sostegno dei veri poveri, delle famiglie con disabili, delle pensioni al minimo da adeguare”.

I partiti guardano anche all’altro grande capitolo ancora tutto da scrivere: il taglio delle tasse, da realizzare con gli 8 miliardi stanziati dal governo. Si scenderà nei dettagli durante il confronto parlamentare, e il segretario del Pd Enrico Letta chiede già che vengano destinati interamente al taglio delle tasse “di chi lavora e di chi dà lavoro”.