Letta e Conte, confronto a distanza sul Colle

Enrico Letta e Giuseppe Conte in una foto d'archivio.
Enrico Letta e Giuseppe Conte in una foto d'archivio.

ROMA. – Enrico Letta e Giuseppe Conte gettano acqua sul fuoco e cercano di prendere tempo sul nome del candidato da proporre per il Quirinale. E’ la linea attendista che segue il segretario del Pd che torna a lanciare il suo worning sui pericoli di un’accelerazione anzitempo della partita per il Colle: “La vicenda del DDl Zan dimostra che quando si ha troppo in mente il Quirinale si fanno cose sbagliate. Ci si metta la testa tra tre mesi, oggi si fanno danni se si pensa solo al Quirinale”.

Anche il leader M5s, dice di attendere che arrivi il “tempo debito” per avviare il confronto per il Colle ma in realtà inizia già a piazzare le sue pedine sul campo di battaglia. Innanzitutto non esclude la candidatura di Mario Draghi e non mette veti: “Non possiamo escluderlo, ma è presto per giungere a una conclusione e lavoreremo per trovare il candidato migliore, anche sotto il profilo morale. E lui rientra, ma devono realizzarsi varie condizioni”.

In ogni caso da parte sue assicura che non esiste alcuna opposizione a Draghi: “Assolutamente no, mai accreditato questa cosa” mette in chiaro l’ex premier pentastellato che nelle prossime ore dovrà anche affrontare alcune problematiche interne dopo il ricorso di alcuni attivisti, a Napoli, contro la sua leadership.

Il 2 novembre si discuterà infatti davanti alla settima sezione del Tribunale di Napoli il ricorso cautelare con cui si è chiesto di sospendere l’efficacia delle votazioni di agosto che hanno modificato lo statuto e incoronato il candidato unico Giuseppe Conte alla carica di presidente del Partito. A renderlo noto è stato l’avvocato Lorenzo Borrè. Le modifiche statutarie sono ritenute “illegittime dai ricorrenti in quanto adottate in assenza dei quorum statutari e senza adeguata convocazione degli associati”.

Sul versante Pd, Letta non si esprime ma a precisa domanda su cosa ne pensino di Draghi al Colle i leader europei che ha di recente incontrato, tra cui il prossimo probabile Cancelliere tedesco Olaf Scholz, risponde: “Tutto ciò che guardano e si aspettano i leader è che sappiamo spendere bene i soldi europei. Questo si aspettano dall’Italia”.

Conte invece fa anche un altro passo in avanti e mette in chiaro, anche per tranquillizzare i suoi parlamentari, che “nella prospettiva di Draghi al Colle, non si deve pensare che solo per questo si vada alle urne”. Non solo. Conte sembra candidare il M5s al ruolo di cerniera per il confronto con il centrodestra: l’obiettivo è quello di “convergere, perché stiamo parlando di eleggere il garante dell’unità nazionale”. E la scelta deve cadere su “una personalità in cui tutte le forze politiche possano riconoscersi”.

E’ un passo in avanti mosso nel giorno in cui Enrico Letta denuncia il dialogo impossibile con il centrodestra sulla riforma elettorale. “La discussione sulla legge elettorale oggi è bloccata dal fatto che il centrodestra mi pare assai concentrato e bloccato sul Quirinale e sulla candidatura di Berlusconi. Questo arrocco rende impossibile qualunque ragionamento su riforme di sistema come la legge elettorale” denuncia il segretario dem. Che, di conseguenza, non vede spazi per riaprire confronto sulla legge elettorale prima di gennaio.

Il tema è centrale per entrambi i leader, soprattutto per il segretario del Pd alle prese con la costruzione del suo “campo largo” e con il dibattito sulla presenza o meno di Italia Viva. “Non credo – dice – che la gente oggi ci segua se facciamo accordi di sigle, establishment e gruppi dirigenti; per questo non mi fermo alle sigle ma parlo di persone”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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