Costruttori soci al 50% del Pnrr, ma manca manodopera

Lavori di costruzione. (ANSA)

ROMA. – “Pronti!”. É con questo titolo-esortazione che il presidente dei costruttori italiani, Gabriele Buia, si presenta all’assemblea annuale dei soci per illustrare la sua relazione di fine mandato. “Quattro anni difficili”, ha ricordato, culminati nella pandemia “che ci ha colpito duramente” ma ora c’è “la prospettiva concreta di crescita” e “dobbiamo essere pronti e fare squadra”.

L’immagine che Buia riprende è quella dell’Italia sportiva del 2021, rappresentata in sala dal presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha aperto l’assemblea ripercorrrendo i successi raccolti quest’anno dai nostri atlenti in varie discipline.

E oggi c’è una grande opportunità per l’edilizia: “Siamo soci al 50% del Pnrr”, rileva Buia ricordando che dei 222 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza “ben 108 impattano sul settore delle costruzioni”, che torna ad essere “l’asse portante della crescita” del Paese. Intanto, però, mancano manodopera e figure professionali, in totale 265mila unità.

Nel ricordare che negli scorsi anni sono stati persi migliaia di imprese e di posti di lavoro “spesso nell’indifferenza collettiva”, il presidente dell’Ance ha puntato l’indice contro “l’inefficienza della macchina amministrativa” mentre centinaia di opere sono state bloccate ed è aumentato il degrado delle città. “Colpire le costruzioni è stata una scelta suicida”. Ora che si deve ripartire, però, ha avvertito il numero uno dei costruttori, “le regole del gioco devono essere fortemente rinnovate sia dal punto di vista della politica industriale di settore che da quello finanziario e fiscale”.

La macchina pubblica “deve essere al nostro fianco”, ma anche le banche, ha detto in un altro passaggio criticando “le norme Ue” su esposizione finanziaria e default e chiedendo supporto al governo. Poi riconoscimento al ministro della Pa Renato Brunetta di aver già approvato riforme per rendere più efficiente la macchina pubblica.

Fra le condizioni necessarie alla ripartenza, Buia indica quelle per realizzare opere in sicurezza, con tempi e costi adeguati e dando lavoro a tantissimi giovani. Il Mezzogiorno “è la locomotiva d’Italia nel distribuire i fondi sul territorio” (54% già assegnato) che gli consentirà di far crescere il Pil nel 2022 del 4,1% contro il 3,7% del resto d’Italia, ha detto.

E poi apprezzamento al ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili che ha già distribuito ai territori il 92% delle risorse in 4 mesi rispetto ai 2 anni che ci volevano prima. Il ministro Enrico Giovannini, intervenuto in conclusione, ha assicurato che “per i prossimi dieci anni il rapporto tra investimenti pubblici e Pil torna ai livelli del 2008, supera strutturalmente il 3%” che non si vedeva da anni”, quindi “c’è un progetto di trasformazione del Paese che andrà oltre i 5 anni coperti dal Pnrr”.

Per i costruttori “la sostenibilità è la via maestra” (“il 60% dei nostri 108 miliardi del Pnrr è destinato alla transizione ecologica”), il Superbonus al 110% va prorogato al 2023 e occorre far fronte ai prezzi alle stelle delle materia prime. Guardia alta contro la legalità e infine la sollecitazione a riscrivere un Codice degli appalti “snello con un regolamento unico”.

(di Stefania De Francesco/ANSA).

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