Draghi: “Investire nella scuola è un atto di giustizia”

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, interviene all'ITS "Antonio Cuccovillo".
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, interviene all'ITS "Antonio Cuccovillo". (Ufficio Stampa e Comunicazione della Presidenza del Consiglio)

BARI. – Nel suo primo appuntamento in una città del Sud, il premier Mario Draghi prende un “impegno” con i giovani e affida loro il compito di “trasformare” il Paese: “Dopo anni in cui l’Italia si è spesso dimenticata delle sue ragazze e dei suoi ragazzi – afferma rivolgendosi a una platea di studenti a Bari – sappiate che le vostre aspirazioni e attese sono al centro dell’azione di governo”.

Nell’Istituto tecnico superiore ‘A. Cuccovillo’, dove viene accolto “con calore”, il presidente del Consiglio sottolinea l’importanza di “investire nella scuola” come “un dovere civile e un atto di giustizia sociale: le società più prospere – spiega – sono quelle che preparano meglio i loro giovani a gestire i cambiamenti”. Anche per questo occorre “riallineare domanda e offerta di competenze” e “abbattere i pregiudizi che ancora ostacolano il talento femminile: una sfida – sottolinea il premier – che possiamo vincere solo se partiamo dalla scuola”.

Poi, ricordando che il divario tra Nord e Sud ha smesso di restringersi da decenni, Draghi ribadisce la necessità di investire “con onestà e rapidità” le risorse “senza precedenti” che il Pnrr destina alle regioni storicamente più svantaggiate: “I ritardi nella spesa, che per troppo tempo hanno colpito il Mezzogiorno – avverte – sono un ostacolo alla libertà e una tassa sul futuro dei giovani”.

Ad accompagnare il premier nella sua visita, anche il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, e il governatore pugliese Michele Emiliano. Dopo i loro interventi il premier ascolta con interesse le storie di successo di tre ragazzi che hanno frequentato l’Its Cuccovillo, che offre alta formazione soprattutto negli ambiti della Meccanica e della Meccatronica.

E poi annuncia che saranno investiti “un miliardo e mezzo di euro per dare ulteriore slancio agli Istituti tecnici superiori”, favorendo l’ingresso degli studenti “nel mondo del lavoro”, formando “nuovi docenti” e “migliorando i laboratori che oggi utilizzano tecnologie 4.0”. “La riforma degli Its, attualmente all’attenzione del Senato dopo l’approvazione alla Camera – precisa Draghi – intende allineare la formazione tecnica superiore alle aree tecnologiche del futuro, come la mobilità sostenibile e le biotecnologie. Vogliamo sia approvata definitivamente nel 2022, insieme alla riforma degli istituti tecnici e professionali”.

Proprio dalla formazione sui “settori più innovativi” dipenderà la sfida delle “due transizioni, quella digitale e quella ambientale”, spiega Draghi ricordando che “l’Unione europea dovrà investire circa 650 miliardi all’anno fino al 2030 per affrontarle”. Del resto, l’importanza di una formazione specialistica è messa in luce dai dati sull’occupazione a un anno dalla fine dal percorso formativo biennale degli Its: “Il 92% trova un lavoro coerente con il proprio percorso di studi”.

Lo dimostra Valentina Saracino, prossima al diploma e già con un contratto di lavoro nel reparto software della Masmec di Bari, azienda leader nel settore delle Meccatronica e della Robotica, che il presidente del Consiglio ha visitato prima di raggiungere il Cuccovillo.

Tra le “priorità” dell’esecutivo, ribadisce il premier, “c’è quella di colmare i divari di genere: ad oggi solo il 28% dei diplomati Its sono donne”. Ed è a loro che si rivolge Valentina nel suo intervento: “Quante hanno la mia stessa passione ma sono impaurite da un settore ancora prettamente maschile, non abbiano timori di lanciarsi in questo mondo”.

(di Vincenzo Chiumarulo/ANSA)

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