Metà scuole vecchie e senza agibilità, Pnrr per emergenze

Cancello all'ingresso di una scuola. (ANSA)

ROMA.  – Metà delle scuole in Italia è in condizioni precarie, e anche in questo settore il Paese va a due velocità, più veloce al centro nord e più lento al sud e nelle isole. Secondo il XXI rapporto di Ecosistema Scuola (dati 2020) di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi,  un edificio su due non ha ancora il certificato di collaudo statico (46,8%), di agibilità (49,9%), prevenzione incendi (43,9%).

Mettendo a fuoco lo stato di salute di 7.037 istituti di 98 capoluoghi di provincia, frequentati da oltre 1,4 milioni di studenti, emerge che sale al 41% nel 2020 la percentuale degli stabili che hanno necessità di manutenzione urgente contro il 29,2% del 2019. E serve anche accelerare il percorso di efficientemento energetico: più del 73% degli edifici sono nelle ultime tre classi energetiche e solo il 5,5% in classe A.

Di fronte a questa fotografia, i 17 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) previsti per la scuola, di cui 5 miliardi in arrivo entro novembre, “rappresentano il primo step da cui partire per affrontare le emergenze strutturali”, secondo Legambiente che chiede di cominciare “dal miglioramento e dall’adeguamento sismico di tutti gli edifici” nelle zone sismiche 1 e 2 e all’efficientamento energetico per tagliare i consumi del 50%.

La cifra più ingente del Pnrr, 800 milioni di euro, ricorda l’associazione ambientalista, andrà alla realizzazione di nuove scuole e considerando un costo medio a struttura di 1,3 milioni (elaborazione dati Gies-Gestione Interventi Edilizia Scolastica), la ong quantifica circa 600 nuove edificazioni. Ben venga, dice Legambiente, anche la realizzazione di nuove palestre (previsti 300 milioni), visto che una scuola su due ne è priva e un impianto sportivo su quattro – dove ci sono – necessita di una manutenzione urgente.

L’uso potrebbe essere anche extrascolastico, per ragazzi e adulti, come accade in circa il 57% dei casi.

Nel rapporto, la maggiore fragilità strutturale viene indicata nelle aree interne più soggette a terremoti e a fenomeni di dissesto mentre la fragilità sociale legata alla povertà educativa e materiale è individuata nelle periferie urbane.

Legambiente suggerisce di prevedere “un sostegno tecnico e amministrativo agli enti locali per l’orientamento al reperimento di fondi, le attività di progettazione nell’ottica dell’innovazione sostenibile e dell’efficiente gestione dei cantieri e rendere l’Anagrafe scolastica consultabile affinché siano esplicite le condizioni degli edifici e le entità dei fabbisogni”.

In questa partita – spiega l’associazione – sarà fondamentale risolvere alcuni nodi come ridurre la forbice fra fondi stanziati e fondi spesi (su circa 47mila euro a edificio stanziati per la manutenzione straordinaria nel 2020, meno della metà poi sono stati realmente spesi), ridurre i tempi di durata dei cantieri”, che da una elaborazione di Legambiente dello scorso anno su dati Gies, si attestano mediamente intorno ai 300 giorni.

Nel divario del Paese, il rapporto indica che nel meridione il 56% degli edifici ha bisogno di interventi urgenti contro il 36% di quelli del nord, “un autentico vulnus del sistema scolastico italiano”, commenta il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio.

Restano troppo pochi al sud i servizi legati a mensa, trasporto scolastico e tempo pieno, quest’ultimo attivo solo nel 16% delle scuole.

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