G20 sull’Afghanistan, “dai talebani promesse tradite”

Afghani bloccati al confine con il Pakistan, chiuso dai talebani. (ANSA)

ROMA. – I talebani hanno tradito le “promesse” sui diritti delle donne. Alla vigilia del G20 straordinario in videoconferenza sull’Afghanistan presieduto dall’Italia – cui la gran parte dei Paesi parteciperà a livello di capi di Stato e di governo, mentre la Cina verrà rappresentata dal ministro degli Esteri Wang Yi -, il segretario generale dell’Onu Antonio Guteress punta il dito contro il governo dei mullah.

Un’accusa che giunge dopo i primi colloqui diretti a Doha tra i sedicenti studenti coranici e gli Stati Uniti, a seguito del caotico ritiro da Kabul. Incontri da cui è emersa una línea chiara: gli Usa forniranno aiuti umanitari alla popolazione afghana, ma escludono un riconoscimento politico e diplomático  dei talebani. Un impegno che verrà espresso domani anche da una delegazione Ue, in uno “scambio informale e tecnico” con i rappresentanti dei mullah sempre a Doha.

Il vertice di domani, organizzato nell’ambito della Presidenza italiana del G20 su iniziativa del premier Mario Draghi, riunirà in modalità virtuale leader ed esponenti governativi con l’obiettivo di affermare principi condivisi e stabilire le linee d’azione per un impegno comune, sia nel dialogo bilaterale che nei fori internazionali.

Tre saranno i temi chiave: il sostegno umanitario, la lotta al terrorismo e la garanzia della libertà di movimento sia all’interno che all’esterno dei confini dell’Afghanistan per tutti i soggetti, dai locali agli operatori stranieri delle ong.

Altra questione al centro dell’agenda sarà “la condizione femminile”, già definita da Draghi come “una priorità”. La sfida sarà quella di trovare le leve per spingere i mullah a garantire i diritti delle donne, dal pieno ritorno in scuole e luoghi di lavoro al riconoscimento del loro ruolo nella vita politica, mentre oggi sono oltre 2 milioni le ragazze cui viene negato l’accesso al sistema educativo.

Il summit, che anticipa il G20 di Roma in presenza del 30-31 ottobre, sarà allargato a Paesi Bassi, Spagna, Singapore e Qatar, oltre che a diverse organizzazioni internazionali, tra cui Nazioni Unite, Banca mondiale e Fondo monetario internazionale, per cercare il massimo coinvolgimento possibile.

L’Ue sarà rappresentata dai suoi vertici politici, Charles Michel e Ursula von der Leyen. Fonti di Palazzo Chigi sottolineano l’opportunità di sfruttare il potenziale del G20 per una convergenza ampia sulle questioni chiave.

L’ambizione è quello di convogliare l’azione dei membri a sostegno delle attività Onu, facendo pressione sui talebani per tagliare i rapporti con i gruppi terroristici e riorientare l’assistenza umanitaria a tutela dei più fragili, tra cui donne e minori. Possibile anche un impegno a sostenere, sempre insieme all’Onu, i Paesi vicini all’Afghanistan nell’accoglienza dei profughi.

“Ho chiesto di aumentare i fondi per la cooperazione in Afghanistan per aiutare i civili. Bisogna fare in modo che lo Stato non collassi, perché se l’Afghanistan collassa nel suo apparato statale vedremo flussi migratori incontrollati verso i Paesi limitrofi, con la conseguente destabilizzazione – ha spiegato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio -. Dobbiamo trovare un meccanismo per finanziare lo Stato senza dare soldi ai talebani, per evitare che abbia un tracollo economico”.

La presenza di eventuali condizionalità legate agli aiuti sono però già state respinte dai mullah, secondo cui il sostegno “non deve essere collegato a questioni politiche”.

Spiragli di cooperazione si aprono invece sul fronte delle evacuazioni di stranieri e locali che hanno collaborato con la coalizione internazionale. La Spagna ha portato a Madrid circa 250 afghani. E tra gli evacuati nelle ultime ore c’è anche l’interprete che nel 2008 aiutò l’allora senatore Joe Biden.

(di Cristoforo Spinella/ANSA).