Draghi valuta lo scioglimento di Forza Nuova. Abbraccio con Landini

Il Presidente Draghi visita la sede nazionale della CGIL e abbraccia il segretario Landini.
Il Presidente Draghi visita la sede nazionale della CGIL e abbraccia il segretario Landini. (Ufficio Stampa e Comunicazione Palazzo Chigi)

ROMA. – Un abbraccio, prima di entrare nella sede dov’è ancora evidente, tra le bandiere del sindacato, la devastazione portata nell’assalto di sabato notte. Mario Draghi testimonia così al segretario della Cgil Maurizio Landini una vicinanza concreta. Lo fa con i gesti ma anche con le parole, in privato.

Il presidente del Consiglio ascolta infatti la richiesta, che sarà rilanciata sabato dal palco di una manifestazione in piazza San Giovanni a Roma, di “sciogliere le forze politiche che si richiamano al fascismo, come prevede la Costituzione”. E a Landini spiega che sì, il governo ne discuterà.

E’ in corso, spiegano a Palazzo Chigi, un approfondimento giuridico sulla opportunità di scioglimento di formazioni, come Forza Nuova, che fanno uso della violenza. Una valutazione che sembra slegata dalla mozione, osteggiata dal centrodestra, presentata dal Pd in Parlamento contro Fn. E che giunge in ore che Sergio Mattarella dice di “forte turbamento”.

La giornata è segnata da un nuovo attacco vandalico contro una sede Cgil di Piombino e soprattutto da un attacco hacker che rende irraggiungibile fino a sera il sito del sindacato, con un’azione informatica di disturbo, volontaria e strutturata, avviata sabato. “Chiunque potrà intuirne la matrice”, afferma la Cgil. La polizia postale, su indicazione della procura, sequestra il sito di Forza Nuova.

Mentre arriva la “ferma condanna” di Confindustria con Carlo Bonomi e l’invito a lavorare insieme a un “patto per la crescita” promosso da Draghi.

L’attacco, osserva Landini a quarantotto ore dall’assalto dei violenti, è giunto inaspettato: “Un attacco squadrista con il tentativo di colpire tutto il sindacato”, afferma. E definisce quello di Draghi, di andare in visita alla Cgil (la prima volta di un premier) un gesto “non scontato”, che “parla al Paese”.

Draghi, accolto dagli applausi dei dipendenti, con Landini si ferma a guardare i danni causati anche a un quadro del pittore Ennio Calabria, e poi i due parlano mezz’ora, anche del Pnrr e della manovra, e del decreto per la sicurezza sul lavoro atteso in settimana in Cdm. I sindacati, ribadisce Draghi, sono “presidio di democrazia e dei diritti dei lavoratori” e “nessuna tolleranza” ci può essere “contro intimidazioni e violenza”.

Da qui nasce la valutazione, in corso, sullo scioglimento di formazioni di ispirazione fascista come Forza Nuova. Il governo ha la facoltà di agire con un decreto e potrebbe esercitarla – sarebbe la prima volta, dopo lo scioglimento di Ordine nuovo e Avanguardia nazionale negli anni ’70 – sulla scia di tutti quei soggetti della società civile che in queste ore stanno facendo pervenire a Palazzo Chigi un messaggio del tipo: se non ora, quando?

La valutazione in corso poggia sulla Costituzione e sulla legge Scelba, che permette di agire contro chi persegua finalità antidemocratiche “minacciando o usando la violenza” contro le libertà e la democrazia. E’ una scelta molto controversa per i partiti della larga maggioranza, che sul tema si spaccano in due schieramenti, centrosinistra da un lato, centrodestra dall’altro, e che dovrebbe nel caso passare in Consiglio dei ministri.

C’è grande attenzione intanto per nuove possibili proteste in vista della partenza dell’obbligo del Green pass, il 15 ottobre, ma il governo non sembra voler fare sul punto alcun passo indietro. Sulle violenze di sabato, invece, il Copasir avvia audizioni di Aisi e Lamorgese. Draghi potrebbe vedere – ma non è ad ora in agenda – il ministro dell’Interno prima che mercoledì si riunisca il comitato per l’ordine e la sicurezza.

Lamorgese è sotto costante attacco di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che ne chiedono le dimissioni, e anche Enrico Letta parla di “evidenti” carenze dell’ordine pubblico nel gestire la protesta. Ma da Palazzo Chigi, senza negare che qualcosa nella gestione non abbia funzionato, invitano ora a far lavorare la ministra, con la serenità e l’attenzione necessarie.

Una nuova prova sarà la manifestazione di sabato in piazza San Giovanni: Cgil, Cisl e Uil invitano tutti gli antifascisti a prenderne parte. Salvini chiede di spostare la piazza a dopo i ballottaggi, ma Landini – che prima dell’evento vedrà Lamorgese – risponde che non c’è alcun valore di parte politica, nell’iniziativa. “No ai fascismi e alla violenza e “Sì” al lavoro, alla sicurezza, ai diritti”, dicono i sindacati. “Sarà una grande manifestazione, con migliaia di persone, per una risposta democratica forte”, prevede Landini.

(di Serenella Mattera/ANSA)