Famiglie temono per tasse e prezzi, economia incerta

Persone, fotografate di spalle, con in mano borse degli acquisti.
Persone, fotografate di spalle, con in mano borse degli acquisti..

ROMA.  – L’ombra della pandemia va piano piano schiarendosi e la ripresa sembra ormai avviata, con una crescita acquisita del Pil che per il 2021 ha toccato quasi il 5%, ma tra le famiglie italiane si respira ancora un clima di timore e di grande incertezza. A rischio, si teme, sarebbero infatti i redditi, il risparmio il lavoro, i prezzi. E anche le imprese restano guardinghe.

Nel giorno in cui per dar voce alle angosce di molti sono scesi in piazza i lavoratori dei trasporti di tutta Italia in uno sciopero generale, le notizie che arrivano da istituti di ricerca e Istat mettono in luce alcuni possibili contrasti di fondo.

La produzione industriale nel mese di agosto, rileva l’ufficio di statistica, è scesa dello 0,2% rispetto al mese precedente, mentre al netto degli effetti di calendario si è registrata una stasi rispetto ad un anno prima. E anche se la buona notizia è che nei primi 8 mesi del 2021 le imprese hanno prodotto il 16,1% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno,  le aziende lamentano però un “mismatch tra domanda e offerta” e per questo faticano a trovare la manodopera necessaria per aumentare la produzione.

Sempre sul fronte delle aziende, un’altra ombra all’orizzonte potrebbe essere quella della difficoltà a reperire le materie prime: secondo Nomisma per comprenderne gli eventuali riflessi sulla produzione bisogna infatti attendere il dato di settembre, dove la carenza di materie prime e le strozzature nelle catene del valore si sono fatte più pressati.

Uno spettro, questo che inquieta anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Pur riconoscendo che i risultati del Pil “vanno oltre ogni nostra aspettativa” avverte infatti che “ci sono importante ombre sulla ripresa, tra tutte la difficoltà del reperire le materie prime e i costi energetici”.

Anche se con dubbi sul futuro, le imprese sembrano comunque avere una visione più rosea rispetto alle famiglie. Ne dà conto un sondaggio condotto da Confcommercio in collaborazione con Metrica Ricerche secondo cui le principali paure degli italiani riguardano gli aumenti di tasse e prezzi. Da qui alla fine dell’anno, insomma, gli imprenditori sono più ottimisti (42,7%) rispetto alle famiglie (24,3%).

E se le imprese si attendono un miglioramento della propria attività (61%) e più investimenti (una su tre), le famiglie temono un possibile calo dei redditi (per l’80%) e dei risparmi (68,5%), prevedono consumi sostanzialmente stabili (75,5%) e prudenza per viaggi, vacanze, tempo libero.

E per questo il presidente della stessa Confcommercio ritiene “vitale” che la riforma fiscale punti su semplificazione e calo delle tasse, passaggio che, insiemeall’utilizzo efficace del Pnrr, sarà “fondamentale per rimettere in moto il Paese”, sostiene.

(di Angelica Folonari/ANSA).