L’Italia invita l’Africa al G20, “è una priorità”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una foto d'archivio.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una foto d'archivio. (Ufficio Stampa e Comunicazione del Quirinale)

ROMA. – “Per la prima volta, su iniciativa italiana”, l’Unione africana sarà al G20. Chiudendo la terza ministeriale Italia-Africa, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio annuncia l’invito al presidente della Commissione dell’Unione africana al summit di Roma del 31 ottobre, che sarà presieduto dall’Italia.

Una decisione che conferma l’impegno dichiarato dal titolare della Farnesina all’inizio dell’evento “Incontri con l’Africa 2021”, che ha riunito a Roma le delegazioni di 49 Paesi africani (di cui 32 a livello ministeriale), oltre a organizzazioni internazionali ed esponenti del mondo imprenditoriale, accademico e del terzo settore.

“L’Africa – ha detto Di Maio – è da sempre una priorità della politica estera italiana. L’Italia guarda, infatti, a Europa, Mediterraneo e Africa come a un unico “macro-continente verticale”. I fattori di interdipendenza che attraversano questo asse geopolitico ci uniscono in un comune destino e ci chiamano a costruire assieme un futuro condiviso”.

Organizzata nel quadro della presidenza italiana del G20, la ministeriale ha ribadito il ruolo dell’Italia in quello che il ministro degli Esteri ha definito “il continente del futuro e delle opportunità”, con “oltre il 40% della popolazione al di sotto dei trent’anni”, e in cui il nostro Paese punta al ruolo di “ponte” con l’Europa. Un evento inevitabilmente focalizzato sulle sfide dell’emergenza sanitaria e le prospettive del mondo post-Covid, a partire dall’urgenza di accelerare una campagna vaccinale ancora al palo.

“L’Africa ha avuto solo il 2 per cento dei vaccini: c’è un problema di equa distribuzione che va risolto subito. La vera risposta è stimolare l’industria farmaceutica africana. In questo senso l’Europa ha deciso di investire un miliardo di euro, e l’Italia lo sostiene per stimolare il vaccino africano, perché nessuno ne sarà fuori se non ne saremo tutti fuori”, è stato il monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in apertura dei lavori.

“Se l’Europa ha compiuto grandi e gravi errori nel considerare l’Africa come mera fonte di risorse, oggi è finalmente la stagione di una leale cooperazione, nella quale i problema principali toccano tutti, e le soluzioni hanno bisogno del contributo di ciascuno”, ha aggiunto il capo dello Stato, auspicando “un gemellaggio spirituale dei due continenti”.

“L’Italia – ha ricordato dal canto suo Di Maio – ha contribuito a mobilitare l’impegno politico e finanziario necessario per la risposta al Covid-19, attraverso l’ACT Accelerator e la Covax Facility, e per garantire accesso equo agli aiuti sanitari. Abbiamo finanziato la Facility con 345 milioni di euro e doneremo 45 milioni di dosi di vaccini entro l’anno corrente”.

Al centro della conferenza anche i grandi temi della sicurezza e delle migrazioni, sempre più legati ai cambiamenti climatici, che, sottolinea Di Maio, “hanno gravi ripercussioni sulla pace e sulla sicurezza, così come sulla dimensione socio-economica”.

Per l’Italia, ha spiegato dal canto suo la viceministra degli Esteri Marina Sereni, la chiave della strategia futura è nel considerare l’Africa come un “partner”, uscendo dalla logica di “beneficiari e donatori” e puntando alla crescita. “Negli ultimi anni, il nostro Paese è risultato costantemente ai primi posti per volume di investimenti diretti esteri, superando i 27 miliardi di euro nel 2020”, ha ricordato ancora Di Maio.

Un impegno assicurato anche dal mondo imprenditoriale. “L’Africa – ha detto l’ad di Eni, Claudio Descalzi – è il nostro continente”, e con “50 miliardi di metri cubi di gas” ogni anno “siamo i primi produttori di gas per il mercato domestico”.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)