Italiani: popolo di commercialisti, sono 120.000

Un commercialista al lavoro su una laptop.

ROMA. – Un plotone di quasi 120.000 professionisti, disseminati nella Penisola, per oltre 1/3 donne, con un reddito netto medio di 61.237 euro, nel 2020. E prevalentemente impegnati nello sbrogliare la “matassa” tributaria di cittadini e imprese, visto che circa l’89% fa sapere d’aver maturato una specifica esperienza nell’area della contabilità e del bilancio.

È il ritratto dei commercialisti italiani, affiorato dal Rapporto 2021 sull’andamento della professione economico-giuridica realizzato dal Consiglio e dalla Fondazione nazionali della categoria; un “termómetro” che permette di inquadrare il percorso di una “fetta” di lavoratori autonomi che, seppur dello 0,4% in un anno, vede crescere gli iscritti all’Albo, pari precisamente a 119.298.

Un po’ più bassa è, invece, la quota degli associati alle due Casse di previdenza di categoria, gli Enti dei dottori commercialisti (Cdc) e dei ragionieri (Cnpr), che complessivamente ne raccolgono 98.795.

Fa passi in avanti, recita, poi, il documento, l’esercito “rosa”, pari al 33,3% del totale, mentre i giovani fino ai 40 anni raggiungono il 17,9%, tuttavia, si puntualizza, la presenza delle donne negli Ordini territoriali “è piuttosto variabile e tende ad essere più elevata nel Settentrione: in particolare, nel Nord-Est tocca il 36,8% con una punta del 41,5% in Emilia-Romagna”, mentre nel Mezzogiorno diminuisce fino ad arrivare al 30,2%, con “il valore più basso in Campania (26,3%)”.

Progredisce pure il reddito professionale netto medio dei commercialisti, nel 2020, sebbene “ad un ritmo decisamente più lento, rispetto al 2019: il tasso di crescita annuale passa, infatti, dal +2,6% al +0,5% e il valore medio sale a 61.237 euro, superando in tal modo il livello del 2009, che era pari a 61.138 euro”.

Nel Rapporto si precisa che i guadagni medi della categoria sono elaborati come media ponderata di quelli dichiarati ai due Enti pensionistici: nel 2020, il reddito degli iscritti alla Cassa dottori è pari a 66.743 euro (+0,6% sul 2019), mentre quello degli associati a quella dei ragionieri è di 48.781 euro (-0,9%, al confronto con l’annualità precedente).

Un’indagine statistica su un campione rappresentativo di professionisti ha messo in luce come oltre 8 su 10 concentrino il proprio lavoro su versante del fisco e della contabilità, a testimonianza della complessità del sistema impositivo del Paese. Ben pochi (intorno al 18%) si dedicano alla crisi d’impresa, poco più del 14% operano per gli Enti locali.

(di Simona D’Alessio/ANSA)

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