Champions: Milan beffato, Atletico passa su rigore al 97′

Azione di gioco tra Fikayo Tomori e Yannick Carrasco nella partita di Champions Milan-Atletico Madrid.
Azione di gioco tra Fikayo Tomori e Yannick Carrasco nella partita di Champions Milan-Atletico Madrid. ANSA / MATTEO BAZZI

MILANO.  – L’impresa del Milan dura fino al 97′, l’Atletico Madrid strappa la vittoria grazie al penalty di Suarez che realizza il 2-1 su rigore nel recupero. Il Milan non riesce a cancellare lo zero dalla classifica del gruppo B di Champions, come chiesto da Pioli alla vigilia. Ci va vicino giocando una partita di grande sacrificio e abnegazione, affrontando in inferiorità numerica per un’ora di gara campioni come Suarez, Griezmann, Joao Felix. A condannare il Milan è sostanzialmente Kessié, espulso al 29′ per doppia ammonizione.

Fino a quel momento, infatti, il Milan aveva disputato una grande gara, giocando con aggressività, ritmo, velocità, caricati dal ritorno in Champions a San Siro dopo sette anni.

Il gol al 20′ di Leao regala il meritato vantaggio ai rossoneri: azione insistita, poi l’attaccante raccoglie palla dal limite e trova l’angolino basso alla destra di Oblak. Tifosi in visibilio, una festa che durà però meno di dieci minuti. A cambiare il volto di una partita fino a quel momento perfetta del Milan, è una clamorosa ingenuità di Kessié.

L’ivoriano già ammonito per un’inutile trattenuta tattica su Llorente a metà campo dopo un quarto d’ora di gioco, entra in ritardo sempre su Llorente. L’arbitro, fiscale e forse un po’ troppo severo, non ha dubbi ed estrae il secondo giallo. Il Milan protesta, Rebic viene ammonito, e dopo appena mezz’ora cambiano gli equilibri per un Milan costretto ad una partita di solo sacrificio contro i campioni di Liga.

Pioli ridisegna la squadra, richiama Rebic e inserisce Tonali per dare sostanza al centrocampo. Il Milan affronta a testa alta l’inferiorità numerica, dà anima e corpo su ogni pallone, si compatta ordinato e non rinuncia anche a far male. É clamorosa la traversa di Leao su lancio lungo precisissimo di Maignan che manda in porta il compagno di squadra. Leao viene segnalato in fuorigioco, dubbio. Il brivido più grande arriva allo scadere con il tentativo di Suarez che si spegne di poco a lato. Il secondo tempo è una strenua difesa del gol di Leao.

Quarantacinque minuti d’assedio dell’Atletico che cala il carico e inserisce Joao Felix e Griezmann. Pioli richiama Diaz – acciaccato – e Leao per Giroud. Il francese avrebbe dovuto aiutare la squadra in una prova complicatissima ma gioca senza l’abnegazione dei compagni, in ritardo su tutti i contrasti non dà il contributo che ci si aspettava.

Anzi, il Milan sembra giocare in nove. Non si risparmiano invece Tonali, Calabria, Saelemaekers, Theo Hernandez. Imperioso Bennacer. La difesa interviene con i tempi giusti, neutralizzando l’attacco stellare dell’Atletico.

E dove non arrivano Tomori e Romagnoli, ci mette mil guantone Maignan. Ma in un tempo intero giocato stringendo i denti, ogni sbavatura si paga e a cinque minuti dalla fine, il gol che gela il pubblico: Griezmann tira al volo e trova la prima rete dal ritorno all’Atletico.

Poi la beffa più amara, al sesto minuto di recupero l’arbitro concede il rigore per un fallo di mano di Kalulu, il Var controlla e convalida, Suarez segna. É un ritorno amaro per il risultato, ma non per la prestazione. Perché il Milan ha giocato ad armi pari, fino a quando in campo ci sono stati 22 giocatori.

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