Covid: le goccioline infette a lungo nell’aria, aumenta rischio

.Su un poster le indicazioni sul corretto uso delle mascherine alla stazione Grand Central Terminal di New York
Su un poster le indicazioni sul corretto uso delle mascherine alla stazione Grand Central Terminal di New York (ANSA/AFP/ Angela Weiss )

UDINE. – Le piccole gocce di saliva infette possono rimanere sospese in aria molto più a lungo di quanto si pensi, e dunque aumentano il rischio di contagio da Covid. E’ il risultato della ricerca internazionale condotta dalla Technische Universität di Vienna e dalle università di Padova e Udine, resa nota oggi dall’ateneo friulano.

Lo studio, pubblicato dalla rivista dell’Accademia delle scienze degli Stati Uniti, Pnas, mira a sensibilizzare le autorità sanitarie pubbliche su questo specifico rischio di infezione. “Rischio che, secondo gli autori – si legge nella nota – è sottovalutato dalle attuali linee guida dei diversi istituti internazionali e nazionali preposti alla sanità”.

Secondo la ricerca, infatti, i modelli attualmente utilizzati “assegnano un alto rischio di contagio solo alle gocce grandi, ipotizzando che quelle piccole evaporino velocemente e presto scompaiano”. Invece, per gli autori dello studio, l’effetto delle gocce piccole “è amplificato dall’elevata umidità invernale che rallenta ulteriormente l’evaporazione delle gocce e quindi aumenta il rischio di diffusione del contagio”.

“Le goccioline sono infettive più a lungo del previsto, ma questo non dovrebbe essere motivo di pessimismo”, osserva Alfredo Soldati, ordinario di Fluidodinamica dell’Ateneo friulano e direttore dell’Institute of Fluid Mechanics and Heat Transfer della Technische Universität di Vienna.

La ricerca indica infatti che “occorre studiare tali fenomeni nel modo corretto per capirli”. Soldati ha poi sottolineato che “gli strumenti di ricerca che abbiamo a disposizione oggi consentono di formulare raccomandazioni scientificamente valide, ad esempio per quanto riguarda le mascherine e le distanze di sicurezza. Il nostro team- conclude – è ora al lavoro per sviluppare un modello semplificato per l’utilizzo in diverse situazioni”.