Cina Banca centrale: criptotransazioni illegali

Bitcoin
Un Bitcoin, criptomoneta digitale

PECHINO. – La Banca centrale cinese (Pboc) ha assestato la spallata finale ai Bitcoin e alle criptovaute, definendo “illegali tutte le transazioni e le attivitá in valuta digitale” e promettendo una ferma repressione sui mercati perché “non hanno lo stesso status giuridico della moneta in corso legale e non possono essere distribuite sul mercato come moneta”.

L’affondo, arrivato in serata con una nota, ha mandato súbito giú le quotazioni dei Bitcoin, scesi fino al 5,5%, a poco piú di 42.200 dollar , prima di stabilizzarsi intorno alla perdita intorno al 5%.

Negli ultimi anni, le transazioni di Bitcoin e di altre criptovalute ‘hanno prevalso, sconvolgendo l’ordine economico e finanziario, favorendo il riciclaggio di denaro sporco, la raccolta illegale di fondi, la frode, gli schemi piramidali e altre attivitá “illegali e criminali” e mettendo “a serio rischio la sicurezza dei beni delle persone”.

In conformita’ con la decisione del Comitato Centrale del Partito comunista e del Consiglio di Stato (il governo centrale), la Pboc, in collaborazione con i dipartimenti competenti, ha emanato una serie di politiche e misure per chiarire che “le valute virtuali non hanno corso legale”, vietando “alle istituzioni finanziarie lo sviluppo e la partecipazione ad attivitá legate alla valuta virtuale e le transazioni nazionali”, nonche’ “il finanziamento dell’emissione di token”. Per i trasgressori c’e’ “la responsabilitá penale iconformitá con la legge”.

Malgrado la creazione e il commercio di criptovalute siano illegali in Cina dal 2019, ulteriori repressioni sono maturate quest’anno da parte di Pechino con l’avviso alle banche di interrompere le transazioni correlate e chiudendo la vasta rete di “mining” dei bitcoin del Paese. Nei mesi scorsi, infatti, l’abbattimento delle attivita’ di produzione delle valute virtuali, ha coinvolto tutte le province, al punto che molti operatori cinesi hanno trasferito computer e apparecchiature negli Usa.

Bitcoin, la valuta digitale piu’ grande del mondo, e altre criptovalute non possono essere rintracciate dalle Banche centrali, il che le rende difficili da regolamentare.

Secondo gli analisti, l’avversione cinese al settore é dovuta per i timori della proliferazione di investimenti illeciti e di raccolta fondi che potrebbero aggirare le rigde regole sul deflusso dei capitali. La stretta, poi, punta a creare lo spazio necessario alla valuta digitale cinese, giá in cantiere e in fase di sperimentazione, consentendo al governo centrale di monitorare le transazioni.

Quale ulteriore monito, a giugno i funzionari cinesi annunciarono l’arresto di oltre 1.000 persone per aver utilizzato “i profitti legati ad attivita´ criminali per acquistare criptovalute”, in un’opera di riciclaggio ad ampio raggio.

(Antonio Faguso/ANSA)

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