In Vaticano ora anche ciclismo, traguardo è Parigi 2024

Guardie svizzere in Piazza San Pietro durante la Fase 2 di riapertura.
Guardie svizzere in Piazza San Pietro durante la Fase 2 di riapertura.. MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA

ROMA.  –  Anticipando la federazione mondiale dell’atletica e quella del Taekwondo, che stanno esaminando i rispettivi dossier, l’Uci, unione ciclistica internazionale, nel corso del suo Congresso svoltosi in Belgio, a Leuven, ha riconosciuto Athletica Vaticana come suo duecentesimo membro ufficiale.

Si tratta di una decisione che qualcuno definisce storica e che probabilmente è un altro passo verso la realizzazione di un team pontificio che partecipi all’Olimpiade di Parigi 2024. Oltre Tevere se n’era già parlato, il discorso aveva riguardato solo la squadra di atletica già da tempo in attività con rappresentanti che si sono fatti valere (basti pensare a don Vincenzo Puccio, quinto nella maratona di Treviso) e che nel 2019, in attesa dei Giochi veri, aveva preso parte in Montenegro a quelli dei Piccoli Stati d’Europa, patrocinati dal Cio.

Adesso è il turno di nuove realtà come “Vatican Cycling”, sezione dedicata al pedale di Athletica Vaticana a cui rimane il ruolo di Associazione Sportiva della Santa Sede e quindi di riferimento anche per l’attività ciclistica, e che per questo è entrata nell’Uci.

Athletica Vaticana -affidata dalla Segreteria di Stato al Pontificio  Consiglio  della  Cultura,  con  personalità giuridica canonica e sede nella Città del Vaticano – ha cominciato tre anni fa il suo servizio tra le donne e gli uomini di sport. È formata  da  cittadini  e  dipendenti vaticani e dai loro familiari di primo grado, gareggiano ovviamente anche sacerdoti e suore. La scelta di promuovere il ciclismo nasce “dalla constatazione della popolarità di questo sport nel mondo vaticano e anche – è scritto in un comunicato di Athletica Vaticana – dalla consapevolezza che pedalare  in  bicicletta, come  affermò nel marzo del 2019 Papa  Francesco, mette  in  risalto  alcune  virtù come la sopportazione della  fatica, nelle lunghe e difficili salite,  il coraggio, nel tentare una  fuga o nell’affrontare una volata, l’altruismo e il senso di squadra’. Durante le gare tutta la squadra lavora unita e quando un compagno attraversa un momento di difficoltà, sono i suoi compagni di  squadra  a  sostenerlo  e  ad  accompagnarlo.  Così anche nella vita è necessario coltivare uno spirito di altruismo, di  generosità e  di  comunità per aiutare chi è rimasto indietro”.

Si fa poi il nome di Gino Bartali come esempio da seguire non solo im ambito ciclistico e viene ricordato che “lo stesso Giro d’Italia ha preso il via dal Vaticano”. Ecco allora la decisione di formare un team, con tanto di sponsor tecnico, lo stesso dell’atletica, che si sta già occupando delle divise.

Poi toccherà al Teakwondo, disciplina che all’ombra della Cupola di San Pietro sarebbe praticata da alcune guardie svizzere, che però dovrebbero rinunciare alla cittadinanza del loro paese per poter, eventualmente, rappresentare lo Stato Pontificio ai Giochi. Insomma, ricordando che in Vaticano si giocano anche due campionati di calcio, quello fra i team dei dipendenti e la Clericus Cup che impegna rappresentative dei vari seminari e università pontificie, non rimane che cogliere i frutti, sportivi e spirituali, di questa attività mai così intensa.

di Alessandro Castellani/ANSA).