Arera: rialzo prezzi proseguirà, misure strutturali

Contatori elettrici

ROMA.- Le pressioni al rialzo sui prezzi dell’energia sono destinate a durare ancora a lungo: ecco perché è sempre più urgente pensare alla possibilità di rendere “strutturali” alcuni degli interventi per contenere le ricadute sulle bollette e quindi sui consumatori.

Il tema caldo del momento entra d’imperio nella relazione del presidente dell’Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera), Stefano Besseghini, alla presentazione della Relazione annuale a Parlamento e Governo. Un palco d’eccezione, alla presenza del ministro della transizione energetica Stefano Cingolani, dal quale arriva anche l’allarme sul rischio di extra-costi derivanti dalla transizione e la sollecitazione a non perdere più tempo sull’individuazione del deposito per i rifiuti nucleari.

L’argomento del giorno, all’indomani del via libera del cdm al decreto taglia-bollette, è l’impennata dei prezzi dell’energia che ha già portato il governo ad intervenire due volte in tre mesi con oltre 4 miliardi di risorse per contenere l’impatto sulle bollette. L’effetto dell’ultimo provvedimento

“lo vedrete martedì (quando l’Arera comunicherà i rialzi per il prossimo trimestre, ndr.), ma sarà certamente significativo”, come già a luglio, assicura Besseghini. Le misure una tantum, però, non possono più bastare: i prezzi, infatti, non torneranno a calare prima del primo trimestre 2022, e quindi serve “una riflessione sull’opportunità di rendere alcuni di questi interventi strutturali”. Besseghini indica la possibilità di destinare una quota del gettito in crescita delle aste Co2 alla riduzione degli oneri generali di sistema. E insiste sul percorso già più volte proposto dall’Arera di un “progressivo trasferimento” di questi oneri sulla fiscalità generale.

Una situazione che si inserisce nel quadro più ampio della transizione ecologica: una sfida che “rischia di porci di fronte a extra-costi” che potrebbero incidere soprattutto sui più deboli, e che quindi richiede una “transizione giusta”. E che noi ci troviamo ad ad affrontare partendo da una “posizione di grande vulnerabilità” con il venir meno degli asset storici e la lentezza sulle rinnovabili. Mentre cresce il senso di urgenza dettato dall’andamento dei prezzi energetici, che “dimostrano il costo dell’incertezza”.

Gli occhi sono puntati soprattutto sull’evoluzione del gas, sul cui ruolo come fonte di transizione – dice Besseghini – serve una chiara road map. Resta alta l’attenzione anche sul tema del nucleare.

“L’Italia non può più accumulare ritardi”, avverte il presidente dell’Arera, sottolineando che il decommissioning e l’individuazione del sito per il deposito nazionale che “non possono più aspettare”. Se si perde altro tempo, aggiunge, si rischia di addossare alle generazioni future costi economici ed ambientali “inaccettabili”.

In questo complesso scenario l’Arera resta impegnata su un duplice binario, supporto alla transizione e attenzione alla tutela dei consumatori. Su quest’ultimo fronte, in particolare, emerge l’efficacia dei bonus sociali, con il meccanismo di attribuzione automatica avviato nel 2021: per 2,1 milioni di famiglie sta già incidendo e per un altro milione inciderà nei prossimi mesi.

(di Enrica Piovan/ANSA).