Allarme Draghi: “Reprimere infiltrazioni criminali nel Pnrr”

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, in conferenza stampa con i Leader EU MED 9 al termine della sessione plenaria
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, in conferenza stampa con i Leader EU MED 9 al termine della sessione plenaria. (Ufficio Stampa e Comunicazione Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Una pioggia di 220 miliardi sta per arrivare sull’Italia grazie al programma Next Generation Eu. Scatenando gli appetiti delle organizzazioni criminali. Da Mario Draghi arriva perciò un messaggio forte: “L’Italia è determinata a prevenire e reprimere qualsiasi tentativo di frode e di infiltrazione criminale nell’utilizzo dei fondi che finanziano il Piano nazionale di ripresa e resilienza, a tutela dei suoi cittadini, delle sue imprese e dell’Unione europea”.

Il premier parla al Law Enforcement Forum, incontro organizzato dal Dipartimento della pubblica sicurezza e da Europol, che a Roma vede riuniti per due giorni i vertici delle forze di polizia di 24 Paesi europei per individuare le strategie più efficaci per anticipare aggressioni al Recovery fund. Un’occasione, per la ministra Luciana Lamorgese, per annunciare che il governo lavora a modifiche del Codice antimafia nella parte che riguarda gli appalti pubblici, per “mettere in sicurezza” le procedure.

Il governo lavora ad accelerare le gare e favorire, sottolinea Lamorgese, la “ripresa” dopo la pandemia, ma farlo in sicurezza. Alcune modifiche agli appalti sono state introdotte con il decreto semplificazioni, mentre una riforma complessiva del codice è attesa entro giugno 2022. Lamorgese fa invece riferimento a un pacchetto di modifiche al Codice antimafia, ancora all’esame dei ministeri in vista della presentazione a Palazzo Chigi, che vanno dalla “messa in prova” dell’azienda sospettata di essere infiltrata prima che scatti l’interdittiva antimafia, al contraddittorio con la parte prima di far scattare l’interdittiva stessa.

Più in generale, il governo lavora ancora in queste settimane perché vada a pieno regime la “macchina” del Recovery, sia con l’approvazione delle riforme (23 le scadenze individuate entro il 2021), sia con la realizzazione degli investimenti. Draghi torna a sottolineare la “grande sfida” che il Recovery rappresenta per l’Italia: “La credibilità delle istituzioni italiane e il futuro dell’economia dipendono dalla nostra capacità di spendere bene e con onestà”.

E’ imperativo fare presto, perciò è alto il pressing sui ministeri per l’adozione di tutte le norme, anche attuative, necessarie. Il sottosegretario Roberto Garofoli avrebbe chiesto ai ministeri di aggiornarlo sullo stato di realizzazione di quanto gli compete e poi potrebbe svolgere un’informativa in Cdm. Sarebbe in preparazione anche la convocazione della prima riunione della cabina di regia presieduta dal Draghi con i ministri competenti, l’organo che dovrà monitorare la realizzazione del Piano e proporre eventualmente al Cdm l’esercizio di poteri sostitutivi.

Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini smentisce intanto le indiscrezioni secondo cui avrebbe ricevuto da alcuni commissari straordinari per le grandi opere, una lettera di allarme per la mancata attuazione di alcune delle norme sulle semplificazioni. Il lavoro, assicurano dal governo, va avanti. “Tra un paio di settimane parte la Pnrr Academy per provare a formare i Responsabili unici del procedimento delle stazioni appaltanti”, annuncia Giovannini.

Intanto arrivano 34mila candidature al bando per la selezione di 500 professionisti a tempo determinato da assegnare a ministeri e amministrazioni coinvolte dal Pnrr. Sul fronte del contrasto alle infiltrazioni il modello che l’Italia propone agli altri Paesi europei è il ‘Gruppo di lavoro per il Covid-19’, per quella “condivisione di conoscenze e esperienze” che secondo il premier è “essenziale per facilitare un’azione efficace di monitoraggio e prevenzione dei rischi”.

Il Gruppo monitora i rischi che le restrizioni sanitarie legate alla pandemia, e in particolare la prolungata chiusura delle attività, pongono per l’economia legale: “Ha permesso di agire tempestivamente per arginare il rischio infiltrazioni”, dice Draghi. Anche Lamorgese è consapevole del rischio di condizionamenti da parte delle organizzazioni mafiose.

“Il fulcro della strategia di prevenzione – sostiene – è il monitoraggio del sistema economico nazionale, per contrastare i tentativi della criminalità organizzata di espandersi”. Il vicecapo della Polizia, Vittorio Rizzi, punta l’attenzione sulla green economy, un fil rouge che accompagna il Pnrr: “La nostra attenzione – rileva – dovrà concentrarsi sulle nuove imprese e sui nuovi appalti che hanno ad oggetto attività come la sostenibilità ambientale e le riforme dei sistemi di riutilizzo e di smaltimento dei rifiuti, che, insieme al settore della logistica e dei trasporti, rappresentano degli asset sempre presenti nei portafogli criminali, anche per la difficoltà di seguire la complessa filiera dei rifiuti”.

(di Massimo Nesticò e Serenella Mattera/ANSA)

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