Ita: brand Alitalia costa troppo. “No, stima pericia”

Ala di un aereo con il logo di Alitalia.
Ala di un aereo con il logo di Alitalia. (ANSA)

ROMA. Sorpresa per la valutazione del marchio Alitalia nel bando di gara, nessun dubbio sul decollo di Ita ad ottobre e l’auspicio per una ripresa di un confronto con i sindacati.

Il presidente esecutivo di Ita, Alfredo Altavilla, risponde alle domande dei giornalisti a margine di un’audizione, secretata, alla Commissione Trasporti della Camera, mentre i lavoratori di Alitalia scendono nuovamente in piazza a Roma e a Fiumicino per protestare contro il piano industriale della newco e dopo la nuova rottura che si è consumata ieri tra azienda e sindacati. E proprio sul piano industriale di Ita, il 5 ottobre ci potrebbe essere una informativa al Senato del ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco.

Il bando per il marchio Alitalia, con base d’asta a 290 milioni di euro, “ci ha sorpresi, il valore è irrealistico”, afferma in modo netto Altavilla. “Se una compagnia in 11 anni ha generato 3,5 miliardi di perdite operative, mi sembra una valutazione non realistica e noi dobbiamo stare sul mercato”, sottolinea il manager, spiegando che è stato convocato “un Cda straordinario per venerdì per esaminare la questione” e quindi decidere se partecipare o meno alla gara per il brand Alitalia.

I commissari straordinari di Alitalia rispondono a stretto giro, sottolineando che “la stima rappresenta il valore minimo risultante da una perizia, dovuta per Legge e operata da un professionista terzo incaricato dalla procedura, previo parere favorevole del comitato di sorveglianza”.

Circa il decollo di Ita secondo programma, Altavilla non ha dubbi. “Ita deve partire il 15 ottobre per il semplice motivo che Alitalia dal 15 ottobre non vola più, quindi non ci sono dubbi, alternative, scusanti. Bisogna far di tutto per partire il 15 ottobre”, dice, confermando che da oggi sono partite le

assunzioni, fatte “in base ai curriculum, al merito e alle esperienze”. Ed inoltre “le retribuzioni dei dipendenti Ita sono perfettamente allineate, in alcuni casi anche superiori, a quelli della media degli altri full service carrier,” precisa Altavilla mentre i sindacati sostengono che sul contratto c’è un 20-40% in meno rispetto al contratto di settore di Alitalia.

E sul rapporto con i sindacati, Altavilla lascia aperta la porta per un nuovo confronto. “Malgrado l’applicazione del regolamento aziendale, ci siamo impegnati per iscritto a continuare a tenere informati i sindacati e le associazioni professionali dell’andamento delle operazioni e della società perché crediamo fermamente che nel prosieguo dell’attività di Ita ci dovrà essere una occasione per rimettersi al tavolo e cercare di superare le decisioni prese ieri”, spiega il presidente di Ita.

La Filt Cigl gli risponde dicendo che i sindacati “non vogliono essere informati, ma vogliono condividere un percorso, cosa un po’ diversa”.

Intanto nella notte si concludeva l’occupazione simbolica, da parte degli stessi sindacati, del tavolo della trattativa con Ita. I sindacalisti uscivano intorno alla mezzanotte, dopo quasi sei ore, dalla sede della società all’Eur, dopo che nel pomeriggio di ieri, al termine dell’incontro concluso con la rottura sul contratto, avevano deciso di non abbandonare il tavolo.

La protesta è poi continuata oggi con una manifestazione di centinaia di lavoratori a piazza San Silvestro, a due passi da Palazzo Chigi, e allo scalo di Fiumicino, in concomitanza con le audizioni di Altavilla. I lavoratori chiedono che la dirigenza di Ita torni sui propri passi sul regolamento aziendale, rinnovando l’invito al governo ad intervenire.

Per domani e dopodomani sono programmate le assemblee dei lavoratori dalle 10 alle 18 e venerdì è in programma lo sciopero generale di 24 ore. Sempre in settimana è atteso, poi, il prosieguo del confronto tra sindacati e Ministero del Lavoro sulla cassa integrazione dei dipendenti Alitalia.

(di Alfonso Abagnale/ANSA).