G20 sull’Afghanistan: all’Assemblea Onu prove di dialogo

Un' aula di scuola a Kabul. (ANSA)

ROMA.  – Il G20 straordinario sull’Afghanistan si terrà a fine mese, dopo l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’atteso vertice dei leader sul futuro del Paese sotto il controllo dei Talebani, confermato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, è ormai in via di definizione, con una data che potrebbe cadere negli ultimi giorni del mese.

Un summit su cui la presidenza italiana continua a impegnarsi e a lavorare per superare gli ultimi ostacoli perchè, ricordano fonti Ue, “alcuni grandi partner sono piuttosto cauti”.

Il lavoro di tessitura diplomatica è atteso da un’accelerazione decisiva nei prossimi giorni, durante i lavori dell’Assemblea dell’Onu. Già lunedì, secondo quanto si apprende, un incontro dei ministri degli Esteri dell’Ue sull’Afghanistan, presieduto dall’Alto rappresentante Josep Borrell, si dovrebbe tenere a New York. La settimana onusiana, oltre ad essere l’occasione di una possibile girandola di bilaterali, dovrebbe vedere in agenda anche un evento, co-presieduto dall’Italia, dedicato alle donne afghane.  Ma soprattutto una riunione di tutti i ministri degli esteri del Gruppo dei Grandi della Terra.

Un “incontro preparatorio” del G20 straordinario, commenta chi segue il dossier.

Secondo fonti di Bruxelles, sarà quello il vero banco di prova in vista del summit con i leader di Russia e Cina, Vladimir Putin e Xi Jinping, che intanto oggi hanno parlato proprio del futuro dell’Afghanistan al vertice congiunto del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) e dell’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (SCO), che riuniscono le potenze euroasiatiche e i vicini di Kabul.

“L’Ue sosterrà la presidenza italiana nel suo sforzo di organizzare questo evento, poiché vediamo il valore della discussione”, fa sapere Bruxelles, sottolineando che l’assemblea Onu sarà un’opportunità per discutere in particolare su come garantire l’arrivo degli aiuti umanitari in Afghanistan.

La ricerca di una ricetta per il dialogo con i Talebani è stata anche al centro del vertice euroasiatico. “Credo che, prima di tutto, sia importante per noi usare le capacità dell’organizzazione per fornire ogni tipo di assistenza all’inizio di un processo di pace inclusivo intra-afghano e, allo stesso tempo, fare del nostro meglio per bloccare le minacce del terrorismo, del traffico di droga e dell’estremismo religioso provenienti da quel Paese”, ha spiegato Putin, senza risparmiare una nuova stoccata agli Usa.

Washington, ha detto, ha lasciato aperto un vero e proprio “vaso di Pandora nel Paese”, e quindi ora dovrebbe sostenere la parte principale delle spese per la ricostruzione, insieme ai suoi alleati della Nato. Anche Pechino ha chiesto ai partner di lavorare insieme per promuovere una transizione pacifica, in modo che il futuro dell’Afghanistan possa essere nelle mani di “tutti i suoi gruppi etnici”.

E al summit un’apertura ai sedicenti studenti coranici è giunta dal presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev, che ha chiesto alla comunità internazionale di sbloccare gli asset miliardari dell’Afghanistan congelati in banche estere, soprattutto Usa.

Sul terreno, però, i mullah continuano a tradire giorno dopo giorno le promesse di un approccio più moderato e di tutela dei diritti delle donne. Da domani, ha annunciato il nuovo ministero dell’Educazione di Kabul, l’anno scolastico si aprirà nelle scuole primaria, media e superiore “solo per gli studenti maschi” e solo con docenti uomini. Nessun cenno invece è stato fatto al ritorno in classe delle allieve.

E nelle stesse ore, l’insegna del ministero finora dedicato agli Affari femminili è stata sostituita da quella del ripristinato ministero “per la promozione della Virtù e la prevenzione del Vizio”, cui si appoggia la cosiddetta “polizia della moralità”, incaricata di far rispettare la propria interpretazione della legge islamica, anche con punizioni corporali in pubblico per le donne.

(di Cristoforo Spinella/ANSA).

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