Riprende dialogo Ita-lavoratori, ma no passi avanti

Lavoratori Alitalia protestano sotto la sede di ITA. Archivio. (ANSA)

ROMA.  – “Fase delicata, nessun passo avanti” ma “meno arroganza dall’azienda, si prosegue”. Si chiude così il primo confronto tra Ita e i sindacati su occupazione e contratto, dopo la riapertura della trattativa, interrottasi la settimana scorsa, e rilanciata in seguito a manifestazioni di piazza da parte dei lavoratori e ad un intervento della viceministra dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli.

Il governo intanto lavora alla transizione: il ministro Enrico Giovannini ha firmato un decreto che ‘salva’ la continuità territoriale dei collegamenti aerei con la Sardegna, attualmente affidati ad Alitalia, prevedendo la prosecuzione dell’agevolazione da affidare però ad altra compagnia da parte della regione.

Prosegue intanto il confronto sindacale. Le parti al momento sembrano mantenere ferme le proprie posizioni: il piano di Ita prevede l’assunzione di 2.800 persone, attraverso l’applicazione di un regolamento aziendale, contro i 10.500 lavoratori della vecchia compagnia di bandiera. Per i sindacati restano tre punti fondamentali: occupazione, diritti-tutele, contratto, per cui accordo sulla cassa integrazione fino al 2025, contratto collettivo nazionale di lavoro e un accordo che garantisca il progressivo assorbimento di tutti i lavoratori Alitalia da qui al 2025 in Ita.

“Non è possibile fare una selezione del personale che metta a rischio i più fragili” mentre sul contratto “al 20-23% si può ragionare” ma “meno è fuori discussione”, ha detto Francesco Staccioli dell’Usb, illustrando la situazione ai lavoratori di Alitalia al termine dell’incontro con i vertici della newco, sotto la sede di Ita.

“Il confronto di oggi non ha portato nessun passo avanti” mentre “lui (il Presidente Ita Altavilla ndr) è tornato con modalità meno arroganti e senza protocolli firmati da altri”, ha sottolineato l’esponente dell’Usb,  avvertendo che “al momento rischiamo di firmare licenziamenti”. Filt Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta parlano di fase “delicata” nella trattativa e temono di avere “migliaia di persone esodate” e quindi persone senza lavoro, senza ammortizzatori sociali e senza raggiungere la pensione.

Un quadro che i sindacati definiscono “drammatico” per i lavoratori, sottolineando che si tratta della crisi “più dura” nella storia di Alitalia.

La trattativa proseguirà domani con un confronto técnico sempre nella sede di Ita, nel frattempo le sigle sindacali restano in attesa di essere convocati entro questa settimana dal Ministero del Lavoro sulla cigs, ammortizzatore da definire per i lavoratori Alitalia che non verranno assorbiti da Ita.

Al momento la cigs è garantita fino al 22 settembre prossimo, con un possibile rinnovo fino al 22 settembre 2022. I tempi però diventano sempre più stretti. Ita punta a decollare il prossimo 15 ottobre e, come sottolinea un sindacalista, “più si avvicina la data e più si ha esigenza di trovare un accordo, compresa l’azienda”.

 

(di Alfonso Abagnale/ANSA).

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