La parata di Kim, niente missili ma tute anti-Covid

Kim Jong-un in una foto del 18 giugno.
Kim Jong-un in una foto recente. (ANSA)

PECHINO.  – Kim Jong-un non ha schierato i suoi missili balistici intercontinentali montati, come l’anno scorso, su due enormi veicoli a 11 assi, ma per la parata del 73esimo anniversario della fondazione della Repubblica democratica popolare di Corea si è affidato alle Guardie Rosse operaie e contadine (Wprg).

Si tratta di un’organizzazione di difesa civile e di forze paramilitari di sicurezza radicata a fondo nei diversi livelli della società e composta da circa 5,7 milioni di lavoratori e agricoltori, pari a un quarto dell’intera popolazione del Paese.

Il supremo leader ha sparigliato ancora le carte per l’evento principale dei festeggiamenti, con una parata iniziata alla mezzanotte di giovedì e trasmessa dal network statale Kctv solo nel primo pomeriggio, in una maratona di due ore.

Le immagini hanno mostrato soldati riservisti e lavoratori in marcia, con Kim, visibilmente dimagrito e con indosso un abito e una cravatta color grigio chiaro, impegnato in lunghi saluti alla folla festante priva di mascherine anti-coronavirus o mentre abbraccia bambini o saluta una felicissima Ri Chun-hee, la popolare presentatrice dei grandi annunci della tv di Pyongyang con il grado di colonnello nel suo vestito rosa, il tradizionale “choson-ot”.

Tra toni trionfalistici dei commentatori “sull’unità della popolazione” e “sulla totale lealtà verso la leadership”, in Piazza Kim Il-sung si sono visti camion dei pompieri (molto simili ai modelli tedeschi di Mercedes Benz), trattori a trainare i pezzi di artiglieria e fuochi d’artificio continui a illuminare la parata, nonché mezzi pesanti come blindati, carri armati e cingolati. Ma non armi strategiche.

A chi ha avuto occasione di seguire le coreografiche parate nordcoreane dal vivo, non sono sfuggiti i tanti reparti più simili a strutture da protezione civile. In una sezione si sono viste centinaia di tute di tipo ignifugo dal colore rosso vivo con maschere antigas, che potrebbe essere il segnale della costituzione della forza speciale creata per combattere il Covid-19.

Un altro colpo ad effetto sono state le unità cinofile militari di ricerca, che il Rodong Sinmun, la voce del Partito dei Lavoratori, ha descritto come “pronte a reprimere velocemente e completamente le manovre dei nemici, come le bestie rosse della lotta di classe”.

Il contesto, ha commentato con l’ANSA una fonte diplomatica, “è apparso più rivolto a un pubblico domestico che verso l’esterno, come i messaggi a Stati Uniti e Corea del Sud inviati in passato”.

Kim non ha tenuto il consueto discorso, affidato a Ri Il-hwan, segretario del partito e suo stretto collaboratore. “Il governo della Repubblica difenderà fermamente la dignità e gli interessi fondamentali del nostro popolo e risolverà tutto a modo nostro coi nostri sforzi sul principio dell’autosufficienza e dell’autosviluppo in qualsiasi circostanza”, ha detto Ri.

Insomma, una chiamata a unirsi e a battersi contro pandemia, calamità climatiche e molteplici difficoltà più che contro nemici esterni.

Pur non avendo registrato ufficialmente casi di Covid-19, secondo gli ultimi aggiornamenti dell’Oms (zero infezioni su quasi 38mila test), le frontiere sono sigillate da gennaio 2020 e i commerci con la Cina, primo partner, sono minimi.

All’economia in crisi cronica si è aggiunto il rischio carestía con i raccolti colpiti dalle alluvioni e sufficienti a coprire il fabbisogno di 8 mesi su 12, secondo le agenzie Onu.

I presidenti cinese Xi Jinping e russo Vladimir Putin hanno promesso sforzi per far progredire le relazioni con la Corea del Nord nei messaggi inviati al leader supremo e rilanciati con enfasi dai media ufficiali. Di entrambi Kim avrà bisogno per spezzare la catena delle sanzioni e sbloccare il negoziato sul nucleare in stallo da troppo tempo con gli Usa di Joe Biden.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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