Salvini attacca, Draghi frena sul Green pass

Nella foto d'archivio ANSA il presidente del Consiglio Mario Draghi e il leader della Lega Matteo Salvini in Senato
Nella foto d'archivio ANSA il presidente del Consiglio Mario Draghi e il leader della Lega Matteo Salvini in Senato.

ROMA. – Si allungano i tempi per l’estensione dell’obbligo di Green pass. Il premier Mario Draghi decide di portare in Consiglio dei ministri solo alcune norme per introdurre il Pass per i lavoratori esterni della scuola e delle università, come addetti alle mense e alle pulizie, e per il personale delle Rsa.

“E’ un primo passo”, spiegano a sera da Palazzo Chigi. Come a dire: altri seguiranno. Un approfondimento è in corso, spiegano, con sindacati e imprese sull’estensione ai lavoratori del pubblico e del privato. Ma Matteo Salvini, dopo una telefonata col premier, sembra intestarsi la frenata e dichiara che Draghi non vuole l’estensione generalizzata del Green pass a tutti i lavoratori.

Con parole che irritano chi in maggioranza avrebbe voluto da subito – come pure nei giorni scorsi si era ipotizzato – un intervento più deciso. Il tira e molla tra alleati prosegue anche sulla cabina di regia che dovrebbe decidere dell’estensione e che alla fine Draghi decide di non convocare. E la tensione in maggioranza si fa altissima, perché i deputati della Lega votano altre due volte in favore di emendamenti di opposizione al decreto che ha introdotto il Green pass e chiedono l’approvazione di una serie di ordini del giorno per non votare contro il testo.

Non solo: mettono anche in dubbio il voto sul decreto sul Green pass per la scuola. Enrico Letta e Giuseppe Conte insorgono. “Hanno superato ampiamente il limite”, dice il segretario Pd. Serve più tempo per approfondire, settore per settore, anche con le categorie interessate. Non c’è altra ragione, assicurano da Palazzo Chigi, dietro la scelta di Draghi di procedere in più step nell’estensione del Green pass.

Introdurre l’obbligo per tutti i lavoratori del pubblico e del privato è in effetti una scelta che coinvolge diversi aspetti giuridici e scelte politiche complesse, come quella di lasciare a carico dei lavoratori che non si vaccinano – tranne i fragili – il costo dei tamponi per entrare in azienda. Ma la decisione di procedere in più step sembra dare una mano a una Lega in difficoltà per la contrarietà al Green pass di una fronda interna e per la concorrenza esterna di Giorgia Meloni.

“La verità è che bisogna far calmare acque inutilmente agitate”, dice un esponente leghista di governo, accreditando la tesi – negata da Chigi – che la scelta sia quella di far passare il decreto di luglio che ha introdotto il Green pass alla Camera e solo dopo procedere con l’estensione. Salvini ne parla con Draghi in un colloquio telefonico. Poi, dopo aver fatto la seconda dose di vaccino, si presenta davanti alle telecamere e dichiara: “Non risulta nessuna estensione di green pass a tutti i lavoratori del pubblico e del privato, e quindi questo mi conforta”. E ancora: “Escludo che arrivi in discussione l’obbligo vaccinale”.

Due affermazioni che sembrano tirare il premier per la giacchetta, rispetto a quanto da lui stesso dichiarato la scorsa settimana in conferenza stampa. Ma la telefonata, spiegano dal governo, sarebbe servita a mettere in sicurezza il percorso del decreto Green pass, sul quale la Lega dovrebbe ottenere il via libera a un pacchetto di suoi ordini del giorno, nulla di più.

Niente viene fatto trapelare da Palazzo Chigi sul colloquio, non un commento alla scelta leghista di votare con l’opposizione. La legge passerà, è la linea pragmatica di fonti di governo. E, aggiungono, Draghi proseguirà – in tempi e modi ancora da definire – all’estensione del Pass, da lui fortemente voluta. Tutto a posto? Non per chi, in maggioranza, spinge per l’estensione da subito più ampia possibile.

Il ministro della Salute Roberto Speranza, che con i Dem sostiene con forza l’obbligo di Green pass, parla di una “interlocuzione in corso” e di una “linea nettissima” in favore dell’estensione. Poi aggiunge: “Il Cdm è sempre sovrano”. Più di un dirigenti di centrosinistra fa trapelare irritazione per la “tolleranza” che Draghi sta mostrando verso Salvini.

In più, c’è il fatto che la Lega vota due emendamenti di Fdi e Alternativa c’è per alzare da 12 a 18 l’età dell’obbligo del Green pass. In Aula la discussione procede a rilento, tra liti e tensioni, e il via libera finale slitta di un giorno. In commissione inoltre la Lega si mette di traverso anche al decreto sull’obbligo di Pass a scuola, non votando con la maggioranza.

Fino all’ultimo Salvini sembra tenere sulla corda gli alleati. E questo non piace a Conte, che gli chiede di “chiarire” da che parte sta, e a Letta, che sbotta: “Il limite è stato superato”.

(di Serenella Mattera/ANSA)