Ancora morti sul lavoro, altre tre vittime

Una cava di marmo a Carrara, vicino Pietrasanta
Una cava di marmo a Carrara, vicino Pietrasanta. (ANSA)

FIRENZE. – Ancora morti sul lavoro. Altre tre vittime in Italia in un giorno allungano la lista di lutti scaturiti nello svolgimento di attività lavorative. Un operaio è morto a Napoli in un cantiere della metropolitana, mentre la sola Toscana paga un tributo di due persone in un mattino quando è ancora nitido il ricordo del marittimo filippino ucciso appena martedì nel porto di Livorno da un cavo d’acciaio nel disormeggio di una petroliera.

La ‘strage’ è continuata, appunto, il giorno dopo. In Versilia, a Pietrasanta (Lucca), nel piazzale di una ditta, si sono mosse due lastre di marmo che hanno travolto un addetto, Andrea Bascherini, 54 anni, proprio mentre le stava spostando per fare ordine. Sono arrivati i soccorsi, ma i traumi da schiacciamento e le emorragie non hanno consentito di portarlo in ospedale, dalle ricostruzioni risulta che sia morto subito.

Abitava nella zona, lascia la moglie e una figlia. I carabinieri e la Asl hanno avviato accertamenti. I sindacati hanno proclamato per il 9 settembre uno sciopero di otto ore nel distretto del marmo delle Alpi Apuane, lungo le province di Lucca e Massa Carrara.

Anche a Castiglion Fiorentino (Arezzo) è morto un uomo e sono stati avviati accertamenti da Asl e carabinieri per stabilire se si tratta di un incidente sul lavoro. La questione da definire è tecnica, ma nella sostanza dei fatti la vittima, un 73enne, era andato nel terreno di un conoscente a potare una pianta, quindi svolgeva ‘un lavoro’ anche se, come pare emerso in una prima fase, lo stesse facendo per amicizia.

L’anziano, Giuseppe Zizzo, di Palermo, veniva sovente in vacanza nell’Aretino. E’ caduto dalla pianta precipitando poi per sei metri. Non è escluso neppure che abbia avuto un malore che lo ha fatto cadere. Il personale del 118 ha tentato di salvarlo ma non è stato possibile. La sua morte ha scosso il paese aretino dove la vittima aveva molti conoscenti.

A Napoli la vittima è un operaio che lavorava in un cantiere della linea 1 della Metro. E’ successo nel tratto tra il Centro Direzionale e Capodichino. La vittima si chiamava Luigi Manfuso, Aveva 59 anni, lascia due figli e la moglie. Originario di Gragnano, era dipendente di una società che lavora per Metropolitana di Napoli. Il segretario della Fillea Cgil di Napoli, Giovanni Passaro, chiede di non chiamarla “disgrazia” ed evidenzia “l’impennata di infortuni mortali”. L’operaio è stato ritrovato dai colleghi nel fossato della banchina dei treni nel cantiere della Stazione Tribunale.

Prosegue intanto a Prato l’inchiesta sulla morte della 22enne Luana D’Orazio, tirata dentro un orditoio, macchinario tessile su cui la procura ha ricevuto nelle ore scorse la perizia commissionata a un consulente tecnico. Secondo quanto emerge, la relazione tecnica confermerebbe le ipotesi iniziali degli investigatori, cioè che l’orditoio stesse funzionando alla massima velocità e che la saracinesca di protezione fosse sollevata.

Indagati per rimozione delle cautele antinfortunistiche e omicidio colposo la titolare dell’orditura Luana Coppini, il marito Daniele Faggi, ritenuto gestore di fatto dell’azienda, e il manutentore del macchinario Mario Cusimano. La procura ha pure disposto che la GdF faccia una stima economica per “verificare che effetti abbia potuto avere la manomissione del macchinario sotto il profilo del profitto” dell’azienda.

“In nemmeno 24 ore quattro persone hanno perso la vita sul posto di lavoro – osserva Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva – Da inizio anno sono già 677 le denunce per infortuni mortali. Non è un dato degno del nostro Paese. Serve un aumento radicale dei controlli per la sicurezza”. Gianluca Ferrara (M5s) parla di “carneficina per la Toscana” mentre per il senatore del Misto Sandro Ruotolo “non esiste fatalità, bisogna investire in sicurezza, in prevenzione che vuol dire assunzione del personale per i controlli”.

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