Commissione Giustizia della Camera: primo sì alla mini-coltivazione di cannabis a casa

Un uomo mostra una piantina di cannabis.
Un uomo mostra una piantina di cannabis.. EPA/Sáshenka Gutiérrez

ROMA. – Piantine di canapa in balcone, sul davanzale o in terrazza. Tra non molto le mini-coltivazioni domestiche di cannabis potrebbero essere depenalizzate. O, almeno, va in questa direzione il testo base votato dalla commissione Giustizia della Camera con il favore di Più Europa, Pd, M5s, LeU, la contrarietà di Lega, FdI, Coraggio Italia e FI (ad eccezione di Elio Vito) e l’astensione di Iv. Si tratta di un primo passo che prelude alla fase emendativa e al successivo approdo in Aula.

Ma la spaccatura in maggioranza è già emersa e prefigura un iter quanto meno combattuto. Soddisfatto il presidente della commissione, il pentastellato Mario Perantoni: “Se si diminuiscono le sanzioni per i fatti di lieve entità, aumenta da sei a dieci anni le pene per i reati connessi a traffico, spaccio e detenzione ai fini di spaccio della cannabis”.

Matteo Salvini punge: “Ius Soli, Ddl Zan e oggi la coltivazione della cannabis in casa. Se queste sono le priorità di PD e 5Stelle al governo, l’Italia ha un problema”.

L’ok al testo base arriva dopo un anno e mezzo di attesa e innumerevoli audizioni (dal magistrato Cafiero De Raho ai medici e alle comunità terapeutiche). E’ solo il primissimo step dell’iter legislativo, ma una maggioranza c’è. Inizialmente il documento avrebbe dovuto accorpare tre proposte: quella del radicale Riccardo Magi, quella della 5 stelle Caterina Licatini e la terza del leghista Riccardo Molinari, ma alla fine la Lega ha chiesto di scorporare il suo testo per marcare la differenza rispetto a contenuti non condivisi.

La previsione è che venga depenalizzata la coltivazione personale fino a quattro piantine ‘femmine’ di cannabis in casa. E tra i “fatti di lieve entità” per cui diminuiscono le sanzioni, “non si potrà mai considerare lo spaccio a minori o nella vicinanza delle scuole”, evidenzia Perantoni, anche relatore del provvedimento.

Se centrosinistra e M5s plaudono al “primo passo” fatto verso “l’uso terapeutico” della cannabis e contro “il traffico” di stupefacenti, il centrodestra è fortemente critico. E la maggioranza finisce per trovarsi nuovamente spaccata. La Lega boccia “il preludio alla legalizzazione. Abbiamo chiesto il disabbinamento della nostra proposta, perché in nessun modo vogliamo possa essere accostata al testo oggi approvato”, tuonano i parlamentari.

FdI punta il dito contro “un testo base che finirà inevitabilmente per favorire il consumo di droga”, mentre da Forza Italia il deputato Elio Vito ringrazia il suo partito per aver potuto votare a favore del documento “in coerenza” con le sue “convinzioni radicali ed antiproibizioniste”.

Ora, vista la delicatezza del tema e le posizioni fortemente contrastanti in campo, il timore diffuso è che la proposta, sulla scia di quanto accaduto con il ddl Zan in Senato, possa finire nella palude ancor prima di arrivare nella prima Aula parlamentare.

“Quel testo non sarà mai e poi mai approvato, è carta straccia”, promette l’azzurro Maurizio Gasparri. Magi lancia un appello: “E’ urgente in questo momento che la maggioranza che si è manifestata in commissione si impegni a portare al più presto la proposta in Aula”. Altrimenti, il piano B è già stato delineato dallo stesso parlamentare in agosto: raccogliere le firme per un referendum sul tema.

(di Paola Lo Mele/ANSA)