Weber rinuncia al Parlamento Ue, al via la partita nomine

Un primo piano di Manfred Weber.
Un primo piano di Manfred Weber. (ANSA)

BRUXELLES. – É iniziata la partita per il rinnovo della più alte cariche dell’Unione europea. Un valzer delle poltrone che interesserà a gennaio la presidenza del Parlamento europeo e a primavera la carica del presidente del Consiglio europeo e che si intreccia con le vicine elezioni in Germania che vedranno l’uscita di scena della cancelliera Angela Merkel dallo scacchiere europeo.

Ma anche con le scelte che saranno prese dal presidente francese Emmanuel Macron, senza contare i riflessi politici in altri paesi dell’Unione, Italia compresa.

L’annuncio del presidente del gruppo del Ppe all’Eurocamera Manfred Weber, di non candidarsi alla guida dell’assemblea di Strasburgo, lascia la porta aperta ad altri candidati dei Popolari, che reclamano la poltrona di David Sassoli e chiedono che venga rispettata la staffetta concordata con i Socialisti e Democratici a inizio legislatura.

Il gruppo del Partito popolare europeo all’Europarlamento ha adottato una risoluzione con cui  conferma il suo impegno a rispettare l’accordo siglato nel 2019 con i Liberali di Renew e gli S&D e ha invitato gli altri gruppi politici a rispettarlo.

L’accordo prevede che il presidente del Parlamento nella seconda metà della legislatura provenga dalle file del gruppo dei Popolari. Tra i papabili candidati del Ppe potrebbero esserci la vicepresidente del Pe, l’eurodeputata di Malta Roberta Metsola e lo spagnolo Gonzalez Pons, che rappresentano il fronte sud e l’olandese Esther de Lange.

I prossimi mesi a Strasburgo saranno dunque decisivi per la scelta dei candidati, mentre sulle voci ricorrenti di un’eventuale ricandidatura di Sassoli nel più alto scranno dell’assemblea, nell’entourage dello stesso presidente le “bocche sono cucite”. Per i socialisti perdere un loro rappresentante ai vertici Ue sarebbe un boccone amaro da digerire. Senza Sassoli resterebbe solo Borrell – in qualità di Alto rappresentante Ue – ai piani alti di Bruxelles.

La tabella di marcia prevede che a novembre vengano presentati i candidati, mentre a gennaio si voterà in Plenaria dove non si escludono colpi di scena o accordi sottobanco fra i vari gruppi. Per “adesso ci concentriamo sul discorso sullo Stato dell’Unione” che la presidente Ursula von der Leyen terrà alla plenaria a Strasburgo la prossima settimana, affermano fonti degli S&D, evitando di commentare gli annunci odierni di Weber

A marzo toccherà invece ai capi di Stato e di governo della Ue decidere chi sarà o meno il successore di Charles Michel. A pesare sul futuro del belga la vicenda del ‘Sofagate’, ma fonti a Bruxelles sono convinte che la poltrona del politico belga sia solida. Gli accordi raggiunti fra le diverse famiglie politiche europee dopo le ultime elezioni europee prevedono infatti che quel ruolo spetti ad un politico proveniente dai Liberali e con tutta probabilità l’intesa dovrebbe essere rispettata. Ma non si possono escludere futuri scenari.

Guardando ai gruppi politici ci sono cambiamenti in vista anche all’interno della casa dei Popolari europei. Weber ha infatti annunciato che per lui sarebbe un “grande onore e privilegio” succedere a Donald Tusk come presidente del Partito Popolare europeo “per continuare a costruire un partito più unito e di successo in vista delle prossime elezioni europee del 2024”.

Una doppia carica dunque come presidente del gruppo e leader del partito. I giochi si decideranno ad aprile a Vienna quando il centrodestra europeo deciderà da chi vorrà essere guidato, mediando fra le varie anime e correnti interne.

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