Commercio: italiani cauti ma piccoli negozi respirano

Un ristoratore di fronte al suo negozio a Roma.
Un ristoratore di fronte al suo negozio a Roma. (ANSA)

ROMA. – Gli effetti della pandemia sull’economia continuano a far paura e gli italiani restano cauti: così, nel mese di luglio, i dati dell’Istat evidenziano come il commercio al dettaglio segni una lieve flessione rispetto al mese precedente, anche se la crescita è netta rispetto ai dati di luglio di un anno fa.

I dati del mese inoltre riservano una sorpresa rispetto ad una tendenza ormai costante da tempo con una crescita più netta nei piccoli negozi rispetto alla grande distribuzione ed anche, una volta tanto, all’ecommerce.

In particolare a luglio le vendite al dettaglio sono scese dello 0,4% in valore e 0,7% in volume rispetto al mese di giugno: a diminuire le vendite dei beni non alimentari (-0,6% in valore e -1,0% in volume), mentre quelle dei beni alimentari sono stazionarie in valore e in lieve calo in volume (-0,3%).

Rispetto a luglio 2020 invece l’aumento è del 6,7% in valore e dell’8,8% in volume.

La leggera tirata di freno del mese porta la crescita del trimestre maggio-luglio 2021 ad un aumento in termini congiunturali delle vendite al dettaglio dello 0,5% in valore e dello 0,4% in volume. L’incremento a luglio sullo stesso mese di un anno prima, riguarda sia gli alimentari (+4,4% in valore e +4,2% in volume) sia i  non alimentari (+8,5% in valore e +12,3% in volume).

Gli aumenti maggiori riguardano Abbigliamento e pellicceria (+15,4%) e Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+12,0%), i più contenuti si hanno per Utensileria per la casa e ferramenta (+1,4%) e Dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia (+2,3%).

L’Istat sottolinea come la “robusta” crescita tendenziale sia in parte attribuibile ai bassi livelli registrati a luglio dello scorso anno, ma l’elemento nuovo è che rispetto a luglio 2020, il valore delle vendite al dettaglio cresce in tutti i canali distributivi e più nei piccoli negozi che nei grandi e nell’ecommerce: nella grande distribuzione è del 5,6%, nelle imprese operanti su piccole superfici +8,2%; per le vendite al di fuori dei negozi è 2,6% e per il commercio elettronico +6,4%.

Cautela quindi, ma avanti, spiega Confcommercio, secondo la quale il rallentamento di luglio “è fisiologico” e quindi non desta alcuna preoccupazione sulla crescita della seconda metà dell’anno, anche se, evidenzia Federdistribuzione, le prospettive per l’autunno sono ancora influenzate da alcune incognite ad ampio spettro: dall’andamento della campagna vaccinale ai possibili effetti sui consumi di una ripresa dell’inflazione.

Vendite in recupero ma  “serve una terapia per consolidare la ripresa dei consumi”, chiede Confesercenti perchè  “se l’industria è già ripartita le famiglie ancora faticano ad arrivare a fine mese” commenta  l’Unione Consumatori, con il Codacons che sottolinea come i dati sulla ripresa dei piccoli siano molto positivi ma come i numeri non siano ancora sufficienti a superare la crisi.

Intanto Federconsumatori sottolinea come “desti preoccupazione” il possibile amento del prezzo del pane, dopo l’allarme lanciato dai panificatori per il boom dei prezzi delle materie prime.

(di Monica Paternesi/ANSA).

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