F1: Monza romba nel silenzio, attesi solo in 16mila tifosi

Leclerc in piedi sulla Ferrari dopo la vittoria a Monza.
Leclerc in piedi sulla Ferrari dopo la vittoria a Monza nel 2019. (Ansalatina))

MONZA. – Non ci sarà alcuna marea rossa ma, a malapena, un’onda arancione. Il Gran Premio di Monza, con la novità della Sprint Race del sabato, accende i motori con una doccia gelata: a nulla sono serviti gli sforzi degli organizzatori, le tribune dell’Autodromo resteranno semi-deserte, soprattutto se paragonate al fiume di gente del 2019, con 200mila presenze nel weekend per il trionfo di Leclerc, o agli spalti pieni di domenica scorsa a Zandvoort.

Nella migliore delle ipotesi saranno infatti appena 16mila i biglietti venduti per domenica su 25mila disponibili: il 30% di questi arriverà proprio dall’Olanda per dare nuova carica a Max Vestappen, reduce dal successo casalingo e tornato in testa al Mondiale.

Angelo Sticchi Damiani non nasconde l’amarezza, parla apertamente di “sacrificio”, ma si allinea alle decisioni prese dal governo ormai un mese fa: “Non contesto le regole del contenimento del pubblico al 50% per gli eventi all’aperto. Saremo sempre rispettosi, convinti della necessità di essere ligi alle regole. Ma fare il Gran Premio con la vendita dei biglietti sbloccata solo dal 5 agosto non ha certo aiutato. Dobbiamo ripensare il futuro, ormai rassegnati a convivere con questa pandemia”.

Un tema su cui battono anche Giuseppe Radaelli e Dario Allevi. “L’apertura tardiva delle vendite – evidenzia il presidente dell’Autodromo – ha portato parecchie aziende a disertare questo appuntamento. Molti tifosi stranieri si sono riversati in altri Gran Premi, con gli autodromi aperti al 100% e con 100mila spettatori”. “Avrei tanto voluto che le misure del governo arrivassero qualche settimana prima di fine luglio – rincara la dose il sindaco di Monza -. Ogni giorno che passava era una quota di mercato che si perdeva”.

Le preoccupazioni restano anche per l’imminente futuro: l’anno prossimo sarà il centenario dell’Autodromo e l’Aci sta raccogliendo risorse per ammodernare l’impianto. Lavori dal costo stimato intorno ai 100 milioni. “E’ una cifra che non abbiamo – rimarca Sticchi Damiani -. Inoltre l’autodromo non è di proprietà dell’ACI, è del Consorzio che gestisce tutto il parco. Abbiamo bisogno di soldi pubblici e di certezze di risorse per fare le regolari gare d’appalto”.

Tanti problemi ma Monza resta Monza e il programma resta ricco: prima della partenza sfrecceranno le Frecce Tricolori, l’inno verrà suonato dalla banda della Guardia di Finanza, tutti i medagliati olimpici di Tokyo (mancherà solo Ganna, ci sarà Jacobs come uomo più veloce al mondo) faranno un giro di pista sventolando il tricolore, tributo alla splendida estate azzurra dello sport, mentre sabato la mitica Parabolica verrà intitolata a Michele Alboreto, a vent’anni dalla sua prematura scomparsa.

Non sarà invece consentita la tradizionale invasione di pista per celebrare il vincitore. “Questo Gran Premio di Monza – spiega il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana – rappresenta la volontà di ripartire, guardare al futuro con maggiore entusiasmo. Abbiamo superato momenti difficili ma l’Aci ha il merito di contribuire a dare messaggio che va oltre all’evento sportivo, un messaggio di speranza, di certezza, di ottimismo. Serve a tutta Italia”.

Come servirebbe una vittoria della Ferrari per riaccendere un po’ di entusiasmo. Perché, qualcuno sussurra in conferenza, i miracoli ogni tanto accadono e in questo 2021 l’Italia sembra benedetta.

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