Calcio, Ribery a Salerno: “Mi sento a casa”

Franck Ribery quando giocava per il Bayern Monaco.
Franck Ribery quando giocava per il Bayern Monaco. (ANSA)

SALERNO. – Un assaggio della passione granata lo aveva avuto già a distanza quando i suoi canali ufficiali erano stati invasi dai tifosi della Salernitana.

Calore che Frank Ribery ha potuto toccare con mano questo pomeriggio: quando il numero 7 è sbucato dal tunnel dell’Arechi, la Curva Sud si è colorata di fumo blu, rosso e giallo (i colori del gonfalone della città) ed un solo coro si è alzato nel cielo di Salerno: “Ribery, Ribery, Ribery”.

Uno spettacolo che ha lasciato il segno anche in un fuoriclasse che in carriera ha praticamente vinto tutto. “Ho sentito un grande affetto già quando ero a Monaco e questo mi è piaciuto molto”, ha spiegato poi in conferenza stampa il francese che si è legato alla Salernitana per un anno (ingaggio da un milione e mezzo) con rinnovo automatico in caso di salvezza.

“Quando sono arrivato a Salerno ho sentito subito che c’è una passione incredibile. E anche io sono così, per questo sono venuto qui. Mi hanno fatto sentire subito a casa, come se giocassi qui da due o tre anni. Non so quanti tifosi ci fossero oggi, ma immagino cosa significhi avere lo stadio pieno”.

Ribery non vede l’ora di ricominciare a far parte di un grupo squadra: nel pomeriggio ha parlato con il tecnico Fabrizio Castori e con il preparatore atletico per stilare subito la tabella di marcia.

“Mi sento molto bene e so che ho ancora tanto da dimostrare. Se sono venuto qui – ha spiegato Ribery – è perché sono motivato, ho ancora tanto da far vedere. Ho fatto quasi 20 anni di carriera, ho vinto tanto, io e la mia familia stiamo bene. Ma ho ancora benzina dentro, me lo ha detto anche mia moglie. Da domani inizierò a lavorare con la squadra e spero di trovare il ritmo nel minor tempo possibile. Abbiamo un obiettivo importante che è salvarsi”.

Tatticamente non sa ancora come sarà utilizzato da Castori ma Ribery è convinto che la Salernitana debba possedere una caratteristica indispensabile. “Per me è importante creare un gruppo forte e unito come una famiglia. Dobbiamo affrontare la battaglia insieme, anche nei momenti difficili sempre a testa alta. La squadra non è soltanto il giocatore singolo ma è un insieme di persone che vivono per la società”.

Tra i compagni di reparto di saranno Simy, Bonazzoli e Djuric che, magari, sperano di ripetere le gesta di Vlahovic. “Dusan per me è stato come un fratello minore, è una bella persona, un giovane che mi ha ascoltato. Quando l’ho visto giocare come negli ultimi sei mesi sono stato molto contento per lui. L’ho conosciuto in un momento difficile, abbiamo parlato molto e ci siamo confrontati. Questo per me è molto importante perché è fondamentale aiutare un attaccante a fare gol”.

(di Filippo Notari/ANSA).

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