A Genova la pistola spara-laccio che blocca i malviventi

Un agente della Polizia Locale con i dardi con i cavi in kevlar durante la presentazione della sperimentazione di Bolawrarp. Genova e' il primo comune in Europa, oltre ad alcuni comuni in Serbia, a testare questo strumento simile al teaser ma meno pericoloso. Genova
Un agente della Polizia Locale con i dardi con i cavi in kevlar durante la presentazione della sperimentazione di Bolawrarp. Genova e' il primo comune in Europa, oltre ad alcuni comuni in Serbia, a testare questo strumento simile al teaser ma meno pericoloso. Genova, 06 settembre 2021. ANSA/LUCA ZENNARO

GENOVA. – La polizia locale di Genova per prima tra le municipali italiane sperimenterà l’utilizzo del laccio immobilizza-persone ‘bolawrap’ per bloccare senza rischi malviventi o persone pericolose. Viene già utilizzato negli Stati Uniti e sperimentato in 44 Paesi, Italia compresa. In Europa la pistola spara-laccio viene già sperimentata dalla polizia serba.

Il progetto è stato illustrato oggi nel capoluogo ligure, nella sede del municipio a Palazzo Tursi, dagli assessori alla Sicurezza del Comune di Genova e della Regione Liguria, Giorgio Viale e Andrea Benveduti, e dal comandante della Polizia Municipale di Genova Gianluca Giurato.

Il ‘bolawrap’ è un dispositivo di contenimento ‘da remoto’, non di un’arma, nonostante venga sparato con un rumoroso botto simile a quello di un colpo di pistola: è costituito da un laccio con una fibra speciale (è in kevlar, fibra sintetica dotata di grande resistenza meccanica alla trazione), che il poliziotto può ‘sparare’ verso le gambe o il busto del soggetto pericoloso, bloccandolo senza ferirlo prima che la situazione degeneri.

Il ‘bolawrap’ ha all’estremità del cavo in tensione due ancorette che si attaccano agli indumenti: più la persona si muove più la corda si stringe grazie ai due ganci. Per prendere la mira c’è una luce laser. Il lancio del laccio avviene grazie alla carica di una cartuccia a salve, che ne garantisce la proiezione alla velocità di oltre 150 metri al secondo, a una distanza che può variare dai 3 ai 7 metri.

“L’obiettivo dell’avvio dei test per l’adozione di questo strumento non letale è evitare l’utilizzo del taser che risulta comunque rischioso – ha spiegato l’assessore comunale Viale -. Il numero di unità di polizia locale che lo testerà inizialmente dopo un corso di formazione sarà limitato, lo proveranno in pochi agenti addetti alla sicurezza urbana e ai trattamenti sanitari obbligatori. Se loro ci diranno che è uno strumento valido estenderemo l’uso, in caso contrario lo accantoneremo”. “E’ uno strumento che potrebbe migliorare il lavoro dei nostri agenti sulle strade”, ha commentato l’assessore regionale Benveduti.

“Non è un’arma, ma una risorsa molto efficace e a mio avviso sarebbe corretto che tutte le forze di polizia dello Stato in Italia ne siano dotate – ha sottolineato il comandante della Municipale Giurato -. Quando si deve affrontare una situazione critica, vincere una resistenza o una violenza, bisogna utilizzare il mezzo meno impattante sotto il profilo dell’incolumità della persona su cui viene usato”.

“Vorrei ricordare che nel 2021 solo nel centro storico di Genova abbiamo avuto 27 agenti che hanno riportato lesioni in scontri fisici, rispetto ai 12 del 2020 – ha aggiunto Giurato – Sono circa 500 i trattamenti sanitari obbligatori effettuati ogni anno dalla polizia locale di Genova”.

(di Daniele Boasi/ANSA)

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