Accordo Ue-AstraZeneca: altre 135 milioni di dosi nel 2021

Fiale del vaccino Astrazeneca.
Fiale del vaccino AstraZeneca.

BRUXELLES. – Il contenzioso legale tra Ue e AstraZeneca è finito: l’azienda consegnerà tutte le dosi promesse nel contratto originario, ma con tutta probabilità i governi Ue le invieranno perlopiù nei Paesi poveri nell’ambito del programma Covax, visto che nel frattempo l’Europa ha fatto scorta di altri vaccini, soprattutto Pfizer/Biontech, dopo aver in molti casi limitato l’uso di AstraZeneca per fasce d’età.

La causa Bruxelles-AstraZeneca, avviata lo scorso 21 aprile, si è chiusa con un accordo tra le parti che lascia tutti soddisfatti. In ballo c’erano 200 milioni di dosi che l’azienda non ha mai consegnato, e che invece l’Ue si aspettava entro giugno 2021, come riportava il contratto di acquisto firmato ad agosto 2020.

Su 300 milioni di dosi acquistate, soltanto 100 milioni sono state consegnate entro la scadenza.  AstraZeneca imputò il ritardo alle disfunzioni degli impianti europei, che non erano in grado di sostenere la produzione richiesta dalla Ue, e si difese sostenendo di aver fatto il massimo sforzo possibile, come prevedevano le clausole contrattuali.

Ma Bruxelles portò gli amministratori davanti ai giudici, i quali li obbligarono ad impegnarsi subito su una nuova scaletta di consegne che assicurasse il rispetto degli impegni presi.

Dopo appena due mesi dalla prima decisione d’urgenza dei giudici belgi, le parti sono giunte ad un accordo definitivo che assicura alla Ue tutte le dosi che aveva richiesto, anche se in ritardo rispetto al contratto iniziale.

Oltre ai 100 milioni consegnati entro giugno, i Paesi Ue riceveranno 60 milioni entro settembre, 75 milioni entro dicembre, e i 65 milioni rimanenti entro la fine di marzo 2022. “Ciò porterà il numero totale di dosi somministrate a 300 milioni, come concordato contrattualmente”, precisa Bruxelles.

Agli Stati membri verranno forniti i piani di consegna e, nel caso di ritardi, si applicheranno degli sconti. AstraZeneca dovrà ridurre il prezzo del 10% per un mese di ritardo, del 25% per due mesi e del 40%  dai tre mesi in poi.

Soddisfatta la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, che spiega come le dosi mancanti siano “cruciali” visto che le differenze nel tasso di vaccinazione tra Stati membri sono “ancora significative”.

Ma anche i commenti della commissaria lasciano pensare che la maggior parte delle dosi transiteranno solo per gli Stati europei, per poi essere subito ridiretti verso i Paesi poveri.

“Il nostro obiettivo è condividere almeno 200 milioni di dosi attraverso Covax con i Paesi a basso e medio reddito entro la fine dell’anno”, ha detto la commissaria, mentre un portavoce della Commissione ricordava che i governi decidono da soli quante dosi inviare a Covax.

(di Chiara De Felice/ANSA).

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