Draghi “richiama” la maggioranza, ma è scontro con Salvini

La conferenza stampa del Presidente Draghi con i ministri per gli Affari regionali e le Autonomie Gelmini, dell’Istruzione Bianchi, della Salute Speranza, delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Giovannini.
La conferenza stampa del Presidente Draghi con i ministri per gli Affari regionali e le Autonomie Gelmini, dell’Istruzione Bianchi, della Salute Speranza, delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Giovannini. (Ufficio Stampa e Comunicazioni Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Sulle riforme. Sul Green Pass. Sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Su tutti questi punti il governo va avanti con l’obiettivo di dare solidità e ampiezza alla ripartenza. Mario Draghi, nella prima conferenza stampa dopo la pausa estiva, non cambia di una virgola i suoi obiettivi nonostante le fibrillazioni della maggioranza, Lega su tutti.

A Matteo Salvini il premier risponde con i fatti. Difendendo il lavoro del ministro Luciana Lamorgese, accelerando sull’estensione di quel Green Pass, ipotizzando l’obbligo vaccinale e derubricando un eventuale tagliando della maggioranza a un “chiarimento tra le forze politiche”.

Salvini, questa volta, replica a muso dura: “no a obblighi, multe e discriminazioni”, sottolineano in serata fonti leghiste. Il voto in commissione della Lega, insomma, non spaventa l’ex governatore della Bce. “La cabina di regia” chiesta da Salvini “ci sarà comunque” ma per un obiettivo opposto a quello voluto dal leader della Lega: l’estensione del Green Pass. “A chi e con quale rapidità, non se ciò avverrà”, precisa Draghi.

E non è detto che alla cabina di regia partecipino i leader. Potrebbe anche essere, come è accaduto finora, una riunione dei capidelegazione. Certo, per il premier “è auspicabile una convergenza e una maggiore disciplina nelle deliberazioni politiche” ma, in ogni caso, l’esecutivo non si ferma anche perché il cronoprogramma indicato nel Pnrr va rispettato ed è soggetto al rigido controllo di Bruxelles.

E Draghi respinge anche l’ipotesi delle “due Leghe”, una più affidabile e governista e l’altra più di piazza. “Mi è già capitato di dover parlare con diverse anime di un partito, e non è piacevole. La Lega è una, ha un capo che è Salvini, e basta”, taglia corto il premier.

Al di là del dossier Green Pass, la riforma della concorrenza e quella del fisco sono le prossime tappe previste dal presidente del Consiglio. Poi sarà il turno di un ampio intervento sulle politiche attive del lavoro. “Siamo in una fase di transizione tecnologica e alcuni settori dovranno ristrutturarsi, magari rallentare e il governo deve avere una visione industriale che preveda come riallocare e riaddestrare i lavoratori”, spiega Draghi evitando di nominare il reddito di cittadinanza.

Ma la misura, soprattutto nella parte di politiche attive, rischia un ampio rimaneggiamento. “Poi ci sarà la riforma degli ammortizzatori sociali e la questione delle pensioni e di quota 100”, aggiunge il capo del governo. Parallelamente la tabella di marcia prevede il sì delle Camera al ddl sul processo penale e a quello sul processo civile.

Sul tema delocalizzazioni, invece, Draghi conferma che si tratta di un provvedimento complesso. Serve una norma che sia “efficace e realistica che condivideremo con Confindustria e le altre parti sociali”, spiega Draghi, recapitando una frecciatina ai ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando, in contrasto proprio sulle delocalizzazioni: “se hanno bisogno di vedersi e parlarsi? Per parlare parlano abbastanza anche senza che si vedano…”.

Alle porte di un autunno che si prospetta caldissimo il messaggio che Draghi ribadisce è però soprattutto uno: “finora il governo non ha passeggiato e all’orizzonte non vedo nè la fine né un disastro”. E il premier cerca anche di spegnere sul nascere il grande gioco del Quirinale. “Se penso al Colle? Trovo un po’ offensivo pensare al Quirinale come un’altra possibilità, anche nei confronti del presidente della Repubblica”, sottolinea. Anche perché, ribadisce Draghi, se i partiti fibrillano “il governo va molto d’accordo nei suoi membri”.

Eppure, con le Comunali alle porte e in pieno semestre bianco, la strada del governo non è in discesa. E Salvini, oltre che sul Green Pass, continua a puntare il dito contro Lamorgese. “Sul suo operato parlano i numeri”, insiste la Lega. “A me sembra che faccia il suo dovere e anche molto bene”, chiude Draghi dicendosi disponibile ad un incontro. “Così Salvini vedrà se ciò che non va è raffrontabile a quel che non andava 4-5 anni fa, non certo in piena pandemia”, puntualizza il premier. E ambienti vicini al ministro aggiungono: Lamorgese già dall’inizio dell’estate si è detta disponibile ad un incontro.

(di Michele Esposito/ANSA)

Lascia un commento