“Sei tu il rapinatore”, aggressione razziale a Roma

Manifestazione contro il razzismo con un cartellone con la scritta "STOP RAZZISMO"
Il mondo sanità con cittadini. Manifesti in strade e studi ANSA/MAURIZIO DEGLI' INNOCENTI

ROMA. – Una caccia all’uomo per individuare il responsabile di alcune rapine che avevano gettato allarme nel quartiere alla periferia di Roma e scatenato un tam tam sui gruppi social degli abitanti. Una brutale aggressione scattata per il colore della pelle che si è consumata a fine luglio in strada, in zona La Rustica.

Dopo circa un mese di indagini, la polizia ha rintracciato e arrestato alcuni dei presunti responsabili dell’aggressione a sfondo razziale. Si tratta di 4 giovani romani, tra i 29 e i 34 anni, residenti nella stessa zona. Per gli investigatori, avrebbero fatto parte del branco di una decina persone che nel pomeriggio del 26 luglio ha picchiato, accoltellato e inseguito fin dentro un bus di linea un nigeriano di 34 anni incrociato per le vie del quartiere.

Prima la richiesta: “Sei tu il rapinatore?” e poi calci, pugni e bastonate. Nonostante le botte la vittima è riuscita a scappare, ma gli aggressori lo hanno inseguito con le auto investendolo e non si sono fermate neanche quando il 34enne ha cercato di rifugiarsi su un bus di linea che si trovata sulla carreggiata opposta. Dopo poche centinaia di metri, con le macchine hanno sbarrato la strada al mezzo pubblico e uno degli aggressori, dopo aver minacciato il conducente, è salito a bordo e ha colpito la vittima con alcune coltellate. Poi sono scappati.

Sul posto pattuglie del V Distretto Prenestino, polizia scientifica e 118. Portato in ospedale il ferito è stato giudicato guaribile in 20 giorni. Attraverso le descrizioni raccolte da alcuni testimoni sui responsabili e le auto utilizzate, gli agenti sono riusciti a identificare i principali autori del pestaggio, individuati fra alcuni giovani del quartiere già conosciuti agli uffici di polizia.

I quattro, che si trovano ora ai domiciliari, sono accusati di lesioni con l’aggravante della discriminazione razziale, violenza privata, porto di armi improprie, interruzione di pubblico servizio. Per chi indaga, dietro il pestaggio c’era un “desiderio di rivalsa” con il chiaro obiettivo di individuare e “punire” il responsabile della serie di rapine nel quartiere, descritto come un uomo di colore che girava per le strade con un cappuccio in testa.

Le indagini vanno avanti. Sono in corso accertamenti per dare un volto agli altri partecipanti alla ‘spedizione punitiva’ e per accertare se nello stesso periodo ci siano state altre aggressioni della stessa natura.

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