Biden volta pagina e riparte dalla minaccia russa

La stretta di mano tra Joe Bine e Vladimir Putin a Ginevra.
La stretta di mano tra Joe Bine e Vladimir Putin In un'immagine d'archivio (Photo by Brendan Smialowski / AFP)

WASHINGTON.  – “Basta col passato, è ora di guardare al futuro”. Joe Biden, il giorno dopo la strenua difesa delle sue scelte in Afghanistan, è più che mai determinato a voltare una delle pagine più tristi e nere della storia americana, passando a quelle che nella sua visione sono le nuove sfide per gli Stati Uniti e le reali minacce per la comunità internazionale.

In cima all’agenda di politica estera della Casa Bianca tornano dunque Pechino e Mosca. E il dopo Afghanistan parte proprio dalla Russia, con il presidente americano che ha ricevuto il leader ucraino  Volodymyr Zelensky stanziando altri 60 milioni di dollari di aiuti per rafforzare la sicurezza di Kiev.

Nel tentativo di lasciarsi alle spalle le drammatiche e ingloriose immagini di Kabul, Biden spinge súbito sull’acceleratore per spostare l’attenzione su quelli che ritiene siano davvero gli obiettivi strategici dell’America in un mondo cambiato rispetto a venti anni fa, quando dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 partì la guerra afghana e si affermò la dottrina secondo cui gli Usa dovevano ricorrere alla loro potenza militare per rimodellare altri Paesi, esportando i valori della democrazia occidentale, come avvenne anche in Iraq.

Il ruolo principale nel cambio di strategia di Biden è quello della diplomazia. Anche per contrastare le provocazioni di Mosca al confine ucraino e le politiche di aggressione della Russia che continua ad occupare la penisola della Crimea.

Per questo nell’incontro con Zelensky l’inquilino della Casa Bianca si è impegnato a rafforzare la commissione sull’alleanza strategica tra Washington e Kiev, e a mettere in campo nuove iniziative soprattutto per aumentare l’indipendenza energética dell’Ucraina.

Indipendenza minacciata dall’oleodotto Nord Stream 2 sempre avversato dagli Usa e che invece permetterà a Mosca di raddoppiare il gas naturale trasportato direttamente in Germania e in Europa occidentale sotto le acque del Mar Baltico.

Intanto non si placano le polemiche per quanto accaduto a Kabul e per le parole di Biden che ha definito “uno straordinario successo” l’operazione di evacuazione più imponente della storia.

Sono parole vergognose”, ha affermato la presidente del partito repubblicano Ronna McDaniel, con il fronte a favore delle dimissioni o dell’impeachment del presidente che cresce.

Ma entrambe le ipotesi hanno zero chance in questa fase in cui entrambi i rami del Congresso sono in mano ai democratici. Diverso sarebbe se le elezioni di metà mandato del 2022 riconsegnassero il controllo della Camera ai repubblicani. Ma Biden spera che la macchia del ritiro caótico dall’Afghanistan sbiadisca col tempo.

Molto dipenderà anche dall’azione della sua amministrazione sul fronte della política interna, soprattutto su quello della politica economica ma anche su quello della difesa dei diritti civili, come dimostrano gli eventi delle ultime ore su aborto e diritti di voto messi a rischio da Stati conservatori come il Texas.

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